La musica romantica

Titolo: La musica romantica
Autore: Robert Schumann
Prima Edizione: 1942
Genere: Critica musicale
Quarta di Copertina
“Gli scritti critici di Robert Schumann costituiscono una testimonianza della vita musicale romantica d’insostituibile valore. In essi è la rivelazione di Chopin, presentita con indescrivibile acume sin da un’opera della più acerba giovinezza; di Berlioz, imposto all’attenzione del pubblico europeo con una memorabile analisi della Sinfonia fantastica; di Brahms, annunciato solennemente come l’iniziatore di nuove vie in un ultimo scritto che è al tempo stesso una sorta di testamento spirituale e la consacrazione di una novella forza creatrice. […] Come sempre avviene quando si tratta di uno scrittore ben vivo e originale, la critica schumanniana ha un timbro inconfondibile e tanto più raro in quanto dal musicista si è soliti attendere disquisizioni tecniche aride e secche, mentre in essa il tono poetico supera di gran lunga quello minuziosamente esegetico, delizia del mediocre e del pedante. […] L’acutezza del giudizio si accompagna non soltanto alla raffinatezza del gusto, ma a un’assoluta probità morale che è veramente da pregiare quando si mostra così costante in tutte le manifestazioni di una lunga, quotidiana attività inevitabilmente esposta, per sua natura, a tentazioni non buone.” (Dallo scritto di Luigi Ronga)
Discussione
Buongiorno a tutti! Come state? Per voi è dura questa quarantena?
Allora ho deciso di cambiare il mio modo di scrivere recensioni. Seguivo dei punti che mi stavano abbastanza stretti, visto che erano rivolte a chi il libro non lo aveva letto e non potevo allargarmi molto. Mi sentivo sterile. Ho deciso di parlare un po’ più liberamente dei libri che leggo, parlando delle sensazioni più forti che mi hanno lasciato, sperando di creare un argomento di discussione.
Oggi vi presento un altro libro della categoria dei saggi musicali.
Schumann è sicuramente un noto compositore romantico. Quello che forse non tutti sanno è che fosse anche un critico musicale. Questo libro ha, dentro di sé, proprio alcuni articoli scritti da Schumann che, con la sua profondità, è riuscito a scoprire dei geni a lui contemporanei e che solo in un tempo successivo sarebbe stata chiara la loro grandezza. Nella prima pagina della raccolta, il primo ad apparire è proprio Chopin e si parla proprio come una delle sue prime composizioni lo abbiano sorpreso. Era però anche capace di cogliere il genio più recondito e incompreso. Un esempio lampante può essere quello di Schubert. Schubert era una compositore che persino in vita era stato poco considerato se non per i suoi lieder in una ristretta cerchia di amici. Schumann ne parla e attira di più l’attenzione su una figura che sarebbe stata interamente rivalutata solo nel novecento e che ancora oggi si cerca di far apparire di più.
Schumann credo sia una di quelle anime che non possono essere relegate solo all’arte della musica. Il suo essere era intrinsecamente legato alla letteratura e non poche composizioni sono dense di questo richiamo letterario: basti pensare a Hoffmann o ancora a Byron. Parte di questa sua anima si è dedicata al suo giornale, cosa che per un po’ gli riuscì. La sua anima multiforme riusciva a esprimersi splendidamente attraverso la scrittura. Anche per questo, forse, si interfaccia attraverso dei personaggi dalla diversa sensibilità e personalità come quelle di Eusebio e Florestano. Tra di loro, poi, erige un intermediario, il cui giudizio appiana con la sua logica gli impulsi romantici dei due allievi: il maestro Raro.
Un altro grande punto per la sensibilità e la molteplicità dell’anima di Schumann è la varietà. Schubert, Brahms, Chopin e tanti altri… sono tutti compositori con dei punti di contatto, ma profondamente diversi tra loro. Schumann è come se avesse un’intelligenza altra, quasi estraniante dalla sua contemporaneità. Dai suoi contemporanei riusciva a cogliere dei fiori non ancora germogliati e la cui fioritura sarebbe stata ancora più grande nel futuro. Questo suo discernimento penso delinei una figura anche curiosa, dalla mente aperte e priva di staticità nel passato, come capita a molte persone. A volte i suoi giudizi possono sembrare avventati o troppo categorici, ma ciò che gli si deve conoscere è una certa apertura e una genialità anche nel riconoscere i pregi negli altri.
Questo libro è un fiore. Va custodito e sfogliato con delicatezza. Anche se nella raccolta ci sono poche righe dedicata a una particolare composizione, porta con sé molte riflessioni. Inutile dire che è necessario ascoltare e interiorizzare quel determinato brano e quelle parole. Credo sia un libro che possa aprire tanti orizzonti e non solo nella musica. Per me, scrittrice, ho trovato anche delle considerazioni sull’editoria niente male (profondamente contemporanee tra l’altro). Chissà cosa un libro del genere possa lasciare a voi, sarei curiosa di saperlo.
Ve lo consiglio caldamente.
Se volete, come sempre, potete consigliarmi libri da leggere!
Se vi è piaciuto l’articolo e vorreste leggere altro di mio, informatevi sui miei libri Qui
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