Orgoglio e pregiudizio e zombie

Titolo: Orgoglio e pregiudizio e zombie
Autore: Seth Grahame-Smith
1° Edizione: 2009
Soggetto: Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen
Genere: Romanzo sentimentale/orrore
Quarta di Copertina
È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno zombie in possesso di un cervello debba essere in cerca di altro cervello. Così inizia “Orgoglio e pregiudizio e zombie”, versione fedelmente aggiornata del celeberrimo (e amatissimo) capolavoro di Jane Austen, grazie a numerose scene “inedite” in cui, a farla da protagonisti, sono appunto gli zombie. Pubblicato da una piccola casa editrice americana, questo romanzo ha suscitato l’entusiasmo sia dei neofiti sia dei più fanatici ammiratori della Austen, scalando in breve tempo tutte le classifiche di vendita e imponendosi come il fenomeno editoriale dell’anno. E il motivo di un successo tanto clamoroso è semplice: al fascino di una storia d’amore senza tempo, si aggiunge il divertimento di una lotta senza esclusione di colpi contro l’orribile flagello che si è abbattuto sull’Inghilterra, arrivando fino al tranquillo villaggio di Meryton, dove l’indomita Elizabeth Bennet, insieme con le sue sorelle, è impegnata a contrastare orde di famelici morti viventi. Un ruolo che le calza a pennello, almeno finché non arriva il bello e scontroso Mr Darcy a distrarla…
Recensione
So benissimo come molti appassionati, a dispetto di quanto si dice nella quarta, non ne vogliono proprio sapere di libri del genere. Se ben fatti, io non ho nulla in contrario.
Il libro riprende, appunto, la storia di “Orgoglio e Pregiudizio” aggiungendoci una componente soprannaturale: gli zombie. L’idea è carina e in un certo senso perché no, ci può stare. L’incipit molto famoso e ben scritto del libro originale, è riscritto e rielaborato in maniera fenomenale. Ammetto che è uno dei motivi per cui avevo deciso di leggere questo libro. È accattivante e unisce l’ironia tessuta da Grahame-Smith all’ironia della Austen. Era promettente per i miei gusti.
I problemi sono un po’ sorti dopo, uno alla volta, rendendo la lettura un po’ noiosetta. Tralasciando dei guizzi di genialità in qualche punto.
A parte l’incipit poche sono le parti davvero salienti e ben riscritte. Un potenziale lettore di questo libro ha il desiderio di riconoscere la scrittura della Austen che gli fa l’occhiolino, come per l’incipit. Questo gioco degli stili dura molto poco e per lo più il libro è un grande riassunto, con qualche aggiunta. Riprende il brio in qualche momento saliente e lascia tutto il resto del romanzo come una palude. Nel mentre della lettura avevo pensato io stessa a dei colpi di scena carini e sono rimasta delusa da alcune scelte che sono state fatte. Mi è sembrato un po’ un libro per cavalcare l’onda. Orgoglio e pregiudizio è un must per molti, gli zombie anche vanno molto di moda, si possono unire due successi per un prodotto che attirerà lettori. Idea buona, idea anche di marketing buona, prodotto un po’ meno riuscito a mio parere.
Un altro problema che reputo importante sono i personaggi. Si appiattiscono di molto. Un esempio lampante è quello di Mr Bennett. Un personaggio noto per il suo sarcasmo tagliente diventa burbero e poco divertente nella narrazione. Poteva cambiare? Sì, certo. Ma il cambiamento è talmente radicale che del personaggio porta solo il nome. Questa rozzezza e durezza di indole è una caratteristica che più o meno tutti i personaggi acquisiscono, portando all’appiattimento citato sopra. Non è stato un cambiamento ben dosato e anche alcune sorti dei personaggi in genere sono discutibili e avrei optato per altro avendo la conoscenza del libro originale.
L’ambientazione anche risulta un po’ scarna. Il pattern più o meno è orda di zombie, uccisioni varie, ritorno alla normalità del libro. E detto così risulta anche quasi simpatico ma sono dei siparietti troppo di sottofondo e mal gestiti per l’importanza che un’invasione zombie in un mondo del genere. In questo senso mi aspettavo anche una “epic fight” finale, cosa che non c’è. Cosa che sul finale mi ha colpito un po’ negativamente, anche perché si era completamente sfaldata la cortina di Grahame-Smith che persisteva solo per alcune battute in croce. Forse in questo senso si sarebbe potuto osare un po’ di più nei cambiamenti.
Tra le cose sicuramente più divertenti ci sono alcuni dialoghi e alcune descrizioni che aggiungono gli zombie nella cornice del libro. Ho anche riscontrato qualche problema di visualizzazione delle scene, ma non so se per errore dell’autore o di traduzione, avendolo letto in italiano e non in lingua originale.
Nonostante il mio giudizio, è comunque un libro carino e leggero. L’importante è non avere la mole di aspettative che avevo io al riguardo. Se vi capita di poterlo avere in prestito e avete bisogno di una distrazione, è una lettura che potrebbe avere un suo perché.
Se vi è piaciuto l’articolo e vorreste leggere altro di mio, informatevi sui miei libri Qui
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