Questa storia partecipa alla trentunesima challenge del Circolo di scrittura creativa Raynor’s Hall. Il tema per questo mese è “Verità”, scelto da me.
Non avevo proprio molte idee su cosa scrivere .-. vi propongo questo. Sempre di getto, non revisionato e in futuro vorrei ampliarlo meglio. Vedremo come va u.u
Non è che la verità mi fosse sconosciuta. La conoscevo benissimo, fin troppo bene. Ero una persona per natura diffidente. Conquistare la mia stima era difficile, la mia fiducia era quasi impossibile da ottenere. Mi piaceva giocare con le persone, non è poi quando si ride e si scherza insieme che si scoprono le vere anime. Li tentavo. Mi facevo vedere fragile, davo loro una possibilità di colpirmi… se lo avessero fatto, li avrei distrutti. Avevo troppo odio per poter credere in tutti e troppa rabbia che avrei scaricato sul primo che mi avrebbe tradito. La lealtà, il rispetto, l’onore… erano tutti valori difficili da trovare. E se non li trovavo, se vedevo che la mia simpatia non era che uno sbaglio, tagliavo ogni rapporto. E quando colpivo facevo male.
Leggevo quotidianamente libri di strategia militare, soprattutto quando applicati alla vita di tutti i giorni. Conoscevo alcune tecniche interessanti e i miei giochetti spesso venivano arricchiti da questi fronzoli che ritrovavo negli scritti. Per me era un divertimento, sadico e masochista insieme, ma non potevo rinunciarci. Potevo però vantarmi di avere delle amicizie solide, a cui non avrei esitato nel ripormi completamente. C’era voluto tempo, forse non ero un caso completamente disperavo. Oscillavo continuamente tra il voler conoscere nuove persone e rifuggirle.
Non è difficile fare il passo successivo di pensiero: mi era difficile trovare un partner. Lì, nuda, in un letto, abbandonata ai colpi di qualcun altro. Se anche mi fossi innamorata, non avrei potuto fare a meno dei miei giochetti e, se mi fossi divertita abbastanza, avrei mandato via dall’esasperazione l’altro, pur quando mi ero ormai convinta del suo rispetto nei miei confronti.
Avevo trovato qualcuno di cui fidarmi, ne avevo la prova più ferma e limpida. Spesso eravamo separati, questo mi faceva arrovellare mille domande nella testa. La verità la custodivo dentro di me, dentro di me avevo una fiamma che mi illuminava sulle sue ragioni. Eppure in superficie tutto infuriava, spesso mi arrabbiavo anche, pur non essendolo nel profondo. Mi sentivo strana, divisa e quasi alienata. Provavo tutti dei sentimenti assieme che non mi riusciva di catalogare e scindere.
La verità era che, per quanto odiassi la gelosia e cercassi di combatterla, ero gelosa. Forse a tratti possessiva e quella parte così animalesca mi ripugnava. Mi ritrovavo spesso a combattere quegli istinti, cercando di attingere da quella luce che mi brillava nel petto. Dovevo e potevo farcela, era anche una mia personale questione di crescita.
Alice Jane Raynor’s “Verità di gelosie” is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License
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Molto bella questa auto-analisi. Concordo con la tua protagonista, è giusto riconoscere e volere correggere i propri difetti ^_^ secondo me denota intelligenza e, come tu stessa affermi, una crescita interiore.
Bello, molto bello, complimenti, spero di non perdermi il tuo futuro ampliamento 😉
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Grazie ^^
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Potrebbe essere quasi la sinossi di una bella storia di formazione! Mi è piaciuto molto il brano, molto profondo e analitico dei sentimenti umani.
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Credo che potrebbe essere uno dei prossimi temi di un libro 😛 non mi istigare
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Mi piacciono questi personaggi complessi che si auto-analizzano consapevoli di ciò che sono. Penso che un racconto ampliato risulterebbe ancora più interessante. Per come l’hai terminato, si percepisce una possibile evoluzione della protagonista lasciata in sospeso.
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In futuro spero di continuarlo ^^ grazie ❤
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