Questa storia partecipa alla ventiquattresima challenge del Circolo di scrittura creativa Raynor’s Hall. Il tema per questo mese è “Halloween” , in onore della festività.
La mattina suona la sveglia, mi preparo, esco e vado in università. Seguo le lezioni, prendo appunti e ritorno a casa. Ceno, apro i libri senza combinare niente e poi vado a letto. La mia vita mi pare un loop da cui non riesco a uscirne. È così piatta e circolare. Ci sono degli eventi che interrompono il ritmo e a volte mi danno quasi fastidio: ci tengo alla mia quotidianità e qualsiasi cosa stravolta può essere dannosa per il mio equilibrio. È passato l’equinozio d’autunno eppure è tutto così monotono nell’aria. In inverno si respira il natale, in primavera la pasqua e spesso l’allergia, in estate la spiaggia che uno studente può solo sognare. Ma in autunno cosa c’è?
Esco di casa, chiudo la porta e mi metto a camminare. C’era qualcosa di stantio nell’aria. Sembrava mancasse qualcosa. Vedo le foglie arancioni per terra spazzate dal vento, sento un freddo piacevole pizzicarmi la pelle e l’odore delle castagne arrostite mi fa salire l’acquolina in bocca. È il periodo dei melograni, dell’uva e delle noci. Sul morire la natura è piena di meraviglie e ancora riesce a stupirci. Perché allora tutto mi sembra così malinconico?
Stanno ergendo le impalcature per posizionare le luci natalizie, sembra quasi che le persone abbiano fretta di farlo. È come se vogliono distrarre l’attenzione da qualcos’altro di più vicino. Passando vicino alla chiesa vedo i soliti manifesti di propaganda: “Tenete i bambini in casa la notte dei diavoli”, “Non cedete alle manifestazioni del maligno”, “Le usanze dei pagani restassero in Pagania”.
Storco il naso, ancora con questa storia. Eppure quest’anno sembrano essere riusciti nel proprio intento. La festa mi è scivolata dalla mente, come se non esistesse. Non vedo zucche intagliate, né streghe e mostri malefici. Non ho visto ragnatele, pipistrelli o scheletri. Nella notte di Halloween per la prima volta da anni non vedo un bambino mascherato in cerca di caramelle. Nessuno vuole il proprio negozio invaso da un’orda urlante di bambini che richiede dei dolciumi, gratis oltretutto. Mi ricordo che quando ero piccola c’era una pizzeria che la notte di Halloween regalava pizzette a tutti. Ci sarei passata all’infinito fino a mandarli in bancarotta ma non lo avevo mai fatto, anche da grande avevo apprezzato il gesto e ci tornavo quando mi era possibile.
Penso a quegli innumerevoli film natalizi. Un tipo a caso non crede nello spirito del Natale, tutti lo rimproverano e alla fine cambia idea. Perché per Halloween non c’è nessuno spirito? Mi pare ingiusto che la festa degli spiriti non abbia uno spirito rappresentante. C’è chi ha paura dei ragni e chi del mostro sotto al letto, in un modo nell’altro tutti temono la morte. Allora perché non esorcizzarla nella notte dove la paura è l’arma per allontanare la paura stessa dell’uomo? Sorrido all’idea e ci penso così tanto da non potermene liberare.
Ritorno a casa e vado in soffitta. Trovo un cappello da strega e una vecchia scopa, con i trucchi altero il viso e un vecchio vestito nero completa il mio travestimento. Quando ritorno in strada tutti gli occhi sono puntati con sdegno verso di me, qualcuno mi insulta ad alta voce. A me non importa. In una piazzetta trovo un gruppo di bambini. Mi fermo, parlo con loro. All’inizio sono abbastanza divertiti dal mio abito e non mi prendono sul serio. Racconto loro storie di paura, di fantasmi e conquisto i loro cuori. Decidono di travestirsi come me e loro fermano altri bambini, li aiutano a mascherarsi come meglio possono e vanno all’assalto dei negozi per reclamare le loro caramelle.
Se quest’anno lo spirito mi ha scelta, forse il prossimo anno potrebbe capire a qualcun altro di voi. Siamo noi a far vivere le nostre feste e siamo noi a decidere che significato possano avere. Quando nella notte il legame che divide il nostro mondo da quello dei mostri si farà sottile siate pronti e allontanate le vostre paure spaventandole ancora di più. E per fare l’attesa più dolce prendete le caramelle.
Alice Jane Raynor’s “Lo spirito di Halloween” is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License
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A me non piace mascherarmi, però se a qualcuno va di festeggiare, che c’è di male nel fare festa? Credo sia questo il messaggio e come al solito il tuo modo di raccontare spicca enormemente **
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Grazie ^^
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Oltre che un bel racconto, piacevole da leggere, hai mandato un messaggio decisamente importante. “Siamo noi a far vivere le nostre feste”
Complimenti ^_^
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Grazie ❤
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Purtroppo tutte le feste sono state tradite, vengono perpetrate solo per il consumismo.
La festa di Halloween ha origini importanti.
In fondo in piccolo, fregandosene del giudizio dei bigotti, questa ragazza ha cercato di farla rivivere.
Quei bambini avranno un bel ricordo <3.
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Il consumismo nasce sempre dalle persone, ognuno vive la festa come preferisce, se loro vogliono vedere il lato materiale è il loro modo di vivere la cosa ^^ per questo ho detto che siamo noi a far vivere le feste
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Ciao! Innanzitutto perdonami per averti fatto aspettare così tanto!
Secondo, W la Pagania!
E’ davvero assurdo da dire, ma ho assistito a discorsi del genere, persone che ” Questi inglesi ci hanno tolgo il Carnevale!”.
Detto questo, mi piace sempre il modo in cui scrivi: come sottolinei la routine e la determinazione della protagonista a riappropriarsi di una festa che le ricorda solo bei momenti dell’infanzia.
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Tranquilla ❤ anzi grazie per essere passata! Anch'io assisto a tantissimi discorsi del genere e ogni volta davvero non me ne capacito. Cioè cosa vi ha fatto di male il povere Halloween? Per il resto ti ringrazio ^^
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