Piccola riflessione sull’arte a partire da Madame de Staël
“Il popoletto a Roma conosce l’arte, discutono con piacere sulle statue; i quadri, i monumenti, le antichità e il merito letterario di un certo livello, sono per loro un interesse nazionale” – Corinne ou l’Italie
Come avevo anticipato in un altro post, il libro di “Corinne ou l’Italie” di Madame de Staël è pieno di stereotipi che mi piacerebbe analizzare. Non vuole essere una critica: bisogna ricordare che il libro è del 1807 e all’epoca c’era tutto un modo di ragionare diverso dal nostro. Però credo sia importante usare questi libri anche per paragonarli all’attualità e rendere il messaggio più tangibile anche per un lettore così distanziato nel tempo.
Nonostante Madame de Staël critichi fortemente l’Italia per la sua divisione politica e per la sua religione, lei e molti altri rimanevano affascinati dalle bellezze della nostra penisola. Non per niente, dal XVII secolo in poi, l’aristocrazia compiva il ”Grand Tour” che prevedeva vari viaggi in Europa e spesso la meta preferita era proprio l’Italia. Inoltre i vari scavi in Italia attiravano per la vicinanza con l’antica cultura greca e latina. Nonostante i suoi numerosi difetti, l’Italia era il paese delle arti, senza nessun pregiudizio verso le donne. Buffo da pensare, visto che le donne del nostro paese erano tutt’altro che emancipate ma non è questo il punto dell’articolo.

Madame de Staël rappresenta un’Italia idealizzata, dove le arti ispirano il popolo a dei valori più alti. Non sono una studiosa, ma dubito fosse veramente così. Non metto in dubbio che le alte caste avessero un tipo di sensibilità diversa, magari anche più per vantarsi delle loro origini che per mero interesse, ma dubito davvero che l’italiano abbia davvero avuto amore per tutto quello che lo circondava. Magari abbiamo delle tradizioni antiche che ancora sono sopravvissute, ma l’amore per l’arte è morta, forse mai nata. Siamo un popolo pieno di storia, di cultura… spesso ci vantiamo rispetto ad altri popoli che non possono vantare queste origini, ma ne siamo davvero degni? L’Italia ha molti problemi e non voglio entrare in merito a questo argomento spinoso ma sono anche queste piccole che rendono chiaro il cuore delle persone. Non vedo mai trasmettere l’amore per l’arte. Se anche esisteva l’interesse nazionale vantato da de Staël, ormai non esiste. Valorizziamo male la cultura e spesso la distruggiamo. Sappiamo solo piangere quando ci accorgiamo che qualcosa non esiste più e magari fino al giorno prima non sapevamo nemmeno cosa fosse.
Questo rimprovero non è direttamente rivolto a te, lettore. Io stessa mi reputo molto ignorante. La mia vuole essere una riflessione per spingere a fare qualcosa e, nel proprio piccolo, interessarsi a quello che ci circonda. Bisogna contagiare gli altri della malattia della curiosità e della scoperta, per aprire le menti, i cuori e l’anima. Per uscire da quell’oscurità che imputiamo al Medioevo e che, credo, oggi come oggi stiamo rivivendo per tanti motivi e in modo diverso. Sì, una persona può fare la differenza. Perché parla con i propri amici, i parenti e chi gli sta più vicino, facendo spandere il meraviglioso dono che è la conoscenza.
Approfondimenti
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