La fanciulla che passeggiava nel giardino del re

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Questa storia partecipa a “Il club di Aven” . I temi erano due e dato che non volevo scrivere due storie e non volevo trascurare nessuno dei due, ho usato entrambi: argento e riscatto.Buy Me a Coffee at ko-fi.com

Anche questa storia è un racconto di getto, non ho pensato molto per scriverla. Spero vi piaccia!

La fanciulla che passeggiava nel giardino segreto del re sembrava un angelo. Aveva le braccia d’argento e le gambe d’argento. Aveva gli occhi chiari, i capelli biondi e le labbra d’argento. Vestiva con abiti bianchi e quando camminava il vento spirava sempre con dolcezza ad ampliarle gli abiti vaporosi. I giardinieri del re, gli unici oltre ai reali con il diritto di poter entrare in quell’angolo verde, non osavano cacciarla via. Al suo cammino le piante le facevano spazio, gli animali la conducevano agli alberi con i frutti più dolci e persino la luce della luna si faceva più penetrante. A guardare tutti questi prodigi come avrebbero potuto cacciarla? La notte appariva, di giorno non era possibile rintracciarla. Eppure il giardino era circondato da alte e solide mura, come avrebbe potuto scavalcarle? Iniziarono a circolare strane voci sulla creatura che infestava il giardino del re. Alcuni dicevano che quando l’aurora aveva inizio, lei si sdraiava ai piedi di un albero e questo iniziava ad avvolgerla con i suoi fiori, i suoi rampicanti e le sue foglie, fino a farla sparire. Altri dicevano fosse un fantasma benigno e altri ancora un angelo. Nessuno sapeva la verità ma un giorno le voci giunsero fino alle orecchie del re, l’ultimo a sapere della creatura del suo giardino.

Quella notte licenziò i giardinieri con rabbia per non avergli detto la verità e decise di vedere lui stesso se il prodigio fosse vero o falso. Quella fu una notte particolarmente nuvolosa e una di loro ammantava la falce del cielo. Alle due di notte la nuvola si spostò e la luce della luna poté toccare la terra. A quel punto il re vide la dolce fanciulla. Ne rimase talmente incantato da desiderare di chiederla in sposa. Uscì dalla vegetazione che lo nascondeva e si posizionò davanti alla donna.

«Oh bella donna d’argento, dal primo momento ho deciso di amarti per tutta l’eternità. Ti prego, promettimi la stessa cosa e io ti augurerò felicità eterna».

La donna rimase per un po’ in silenzio, poi iniziò a parlare «Non posso che essere amica di una persona che fa crescere così tante belle piante nel suo giardino ma non posso amarti, perché sei stata tu a rendermi d’argento».

«Ti ho reso dunque una donna bella e preziosa, perché non dovresti amarmi?» ribatté il re.

«Ero umana un tempo. Ma la tua avidità sul regno ha reso povera la mia città e la mia famiglia. Quando i diavoli bussarono alle loro porte per offrire denaro tutti accettarono. Per impedire che la mia famiglia fosse condannata, ho prima sacrificato le mie braccia, poi le gambe e poi le mie labbra e la mia voce. Posso parlare solo a te, perché mi è stato concesso di rinfacciarti le mie sventure e dal tuo comportamento sarà decisa la tua vita futura. La mia vita è legata ormai a quella di un albero del tuo giardino. Scegli con prudenza cosa fare del tuo futuro. Ormai il riscatto è pagato, ora tocca a te giocare». Le sue labbra si chiusero ermeticamente e non le fu possibile spiccicare più parola.

Il re di carattere collerico, così le rispose «Hai rifiutato l’uomo in sposo, hai denigrato il tuo re e lo hai minacciato. Mi hai giudicato e mi hai condannato di cosa? Di nulla. Ma lascia che sia io a giudicare, in quanto questo è il mio potere. Domani il giardino verrà raso al suolo e tu con lui».

La donna si allontanò per nascondere il suo sguardo triste. Se lui fosse cambiato, se avesse fatto breccia in quel cuore di pietra allora anche lei sarebbe stata libera dalla maledizione e il suo regno avrebbe proliferato. Era proprio ingiusto il destino che l’aveva messa in quella posizione, purtroppo ne avrebbero sofferto tutti i suoi cari e le persone di quel regno nefasto.

Da quando è stato abbattuto il giardino segreto del re, tutto è diventato sterile. La peste avanza, la gente non lavora e la terra ha smesso di produrre frutti. Il re è vegeto, sì, ma è vegeto per vedere tutto il peso della sua disfatta.


Creative Commons License

Alice Jane Raynor’s “La fanciulla che passeggiava nel giardino del re” is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License

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11 risposte a "La fanciulla che passeggiava nel giardino del re"

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  1. La stupidità di un uomo, di un re, che condanna il suo intero popolo. Una favola con una morale molto profonda, che utilizza immagini forti.
    L’argento viene pensato come qualcosa di superiore e di ricco, invece è lì solo per parlare di dolore e sacrificio.
    I miei complimenti, bellissimo lavoro!

    Piace a 1 persona

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