Ed ecco come promesso la continuazione 🙂 Spero vi piaccia!
«Voglio… voglio!» l’interruppe una Voce «pretendi troppo dalla vita. E tu cosa dai in cambio? Qual è il contributo della tua esistenza?»
«Scorgo un’ombra» disse Vanja «sì, lì tra le tende. Un fantasma non si nasconderebbe. Dev’essere qualcuno. Eppure perché questo qualcuno si è introdotto nella mia dimora di solitudine e pretende anche di fare la morale? Non vi è più nemmeno il rispetto per chi decide di isolarsi?»
«Rispondi alla domanda» ribatté la Voce «non porne delle altre».
«Ahimè!» disse Vanja «Non mi resta altro che abbandonare la mia testa sul tavolo e sperare che qualcosa venga a destarmi dall’incubo».
«È così difficile rispondere alla domanda?» chiede la Voce «O hai proprio il desiderio innato di divagare con monologhi inutili che nessuno vuol darsi la pena di ascoltare? Perché ti sei ritirata in solitudine se non riesci a far altro che espandere la tua voce, cercando una risposta? Ora la risposta ce l’hai. Sono io».
«Io? Io chi?» chiese Vanja «È la Solitudine che mi parla o la Coscienza?»
«Rispondi prima alle mie domande» tagliò corto la Voce.
«Non so che rispondere» sussurrò Vanja «se non che il mio contributo lo porgo quando sto con gli altri. Arricchisco gli altri della mia sapienza o della mia ignoranza, è un po’ lo stesso. Li aiuto a non demordere quando vogliono precipitare nel baratro. Viviamo per essere qualcosa per gli altri, fino a quando il contributo di uno si erge per fare un dono dell’umanità. Cos’è la genialità, se non un’accumulazione di menti che hanno favorito la nascita del genio? Se esiste e odiamo il genio è perché esso è stato creato non da uno, ma da tanti che hanno alimentato l’uno. Un’idea, un sussurro, una crescita… potremo essere il La scatenante di tante cose».
«Bella risposta davvero» disse la Voce «per chi ha deciso di stare nella solitudine».
«Di certo scatenerò una reazione» disse Vanja «non si può scatenare il nulla. Fin ora nessuno ci è riuscito. Come si può fare qualcosa senza avere un riscontro? Anche il non fare, dopotutto è fare. Ad esempio adesso ho scatenato la tua reazione, altrimenti non avresti motivo di esistere».
«In realtà» disse la Voce «ero solo venuta a rubare nella tua casa. Ma non derubo i miserevoli. Il mio nome è Magda».
«E di cosa» disse Vanja «volevi derubarmi? Del mio cuore o della mia mente?»
«Dei tuoi gioielli» disse Magda «ma vedo bene che non ne hai. Sei una sognatrice e il sognatore non può avere, non può dar valore all’oggetto, se non in quanto al significato che esso ha. Mi interesso ad altro, come vedi. Non sono la Solitudine e non sono la Coscienza: sono Magda. Chi sia Magda non si sa. So che respiro ma non so se vivo. So che rubo per sopravvivere, ma non so se mi piaccia farlo. Forse stavo solo trovando una scusa per non derubarti. E allora non so perché sono venuta qui».
«Vanja è» disse Vanja «perché Lysandre la rincorreva».
«Magda è» disse Magda «perché ho deciso così».
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