È da molto tempo che ho abbandonato questa storia. Spesso l’ho pensata e ho sempre avuto l’idea di riprenderla. Tante cose sono cambiate. Dato che la storia è scritta al momento e asseconda il mio umore e la mia fantasia, penso che si chiuderà con la parte precedente il primo atto e adesso riprenda con una storia che può essere seguita anche senza le parti precedenti. Buona lettura ^^
«È passato del tempo» commentò Vanja «Guardo la finestra e sotto di me c’è solo neve. È tutto molto silenzioso fuori. Le case mi coprono la vista, riesco a malapena a vedere il cielo bianco che si confonde con la neve dei tetti. I fiocchi infuriano ma il silenzio è totale. Dentro di me sento la bufera e a parlare le voci si calmano, i sospetti si placano. Sono sola, abbandonata alla mia solitudine ma nel parlare mi svuoto della pressione che ho accumulato dentro di me. Ora rifletto ma rifletto con ordine, senza interruzioni maligne della mia testa. Non ci sono ghigni, non ci sono parole cattive. C’è solo la parola. Se cambiassi il tono fino a stravolgere la situazione, potrei accorgermene. Nel parlare tutto si placa, come per la neve che ricopre il selciato. Haydée, Dmitrj, Lysandre… tutto questo pare non essere mai esistito. Vivono nel ricordo, non moriranno mai. Però a volte il ricordo si distorce e prende delle sembianze malate, in positivo e in negativo. A volte sembrano più buoni di quanto siano stati e a volte penso solo al fatto che abbiano voluto abbandonarmi. Me ne rattristo, mi infurio, piango e vengo presa da tali spasimi malati che ho deciso che non era più il caso che tutto questo continuasse. Deve finire. Voglio che lo spettro che infesti il mio animo se ne vada. Voglio… voglio…».
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