Recensione su “Tre colori – Film blu” di Krzysztof Kieślowski
Informazioni Generali
Titolo: Tre colori – Film blu
Regia: Krzysztof Kieślowski
Genere: Drammatico, Sentimentale
Anno: 1993
Durata: 97 minuti
Interpreti
- Julie: Juliette Binoche
- Olivier: Benoit Regent
- Sandrine: Florence Pernel
- Lucille: Charlotte Very
- Madre di Julie: Emmanuelle Riva
Trama
La vita di Julie, moglie di un celebre compositore, cambia drasticamente dopo un incidente in auto, in cui muoiono il marito e la figlia. Sconvolta dagli eventi, tenta più volte di eliminare la sua vita precedente, distaccandosene con forza. Più cercherà d fuggire dalla vita, più vi si ritroverà invischiata, al punto di dover affrontare tutto il suo passato.
Considerazioni Personali
Film blu fa parte di una trilogia di film, che riprenderebbero i colori della bandiera francese e il loro significato: libertà, uguaglianza e fratellanza. Film blu è il film della libertà. Non è il primo film della trilogia che ho visto. Mi sono innamorata di film rosso e presto spero di fare una recensione al riguardo.
A mio parere, film blu è inferiore rispetto all’ultimo film della trilogia. La libertà osannata nel film ha un retrogusto abbastanza amaro. Julie lotta per liberarsi da tutto quello che la ancora dalla sua vita precedente. Spesso, quando parliamo della libertà, noi immaginiamo di abbandonare quello che ci obbliga nel nostro attuale stato (lavoro, famiglia… insomma qualsiasi cosa ci vincoli in un posto e in uno stato sociale), qui no. Julie è nella condizione di fare quello che vuole: ha poche cose che la legano al passato. Almeno così sembra a una prima occhiata. Julie invece ha molte cose che la legano al passato. Sono cose del passato che le fanno visita perché era prima a essere schiava: schiava di non voler affrontare le varie situazioni. Se da un lato il destino le avvicina i suoi spettri, da un altro lato lei ci va incontro. Si rende forse conto di essere nulla senza il “prima”. La sua consapevolezza della libertà nasce quindi dall’affrontare il suo passato e saperlo scavalcare: conviverci in modo sereno. È un modo molto particolare di considerare la libertà, forse più reale di quello che siamo abituati a immaginare. La libertà è anche un peso di cui bisogna sapersi assumere. Questo film mi ha dato molto da riflettere. Non mi è parso chiaro a una prima visione e forse che ho maturato questa idea dovrei vederlo una seconda volta, per capire se sbaglio o meno. Gli uomini forse non sono in grado davvero di staccarsi dalle proprie radici. Non è necessariamente un male ma ha il suo costo, come ogni decisione. Scappare ci fa solo ritornare da capo al punto di partenza.
Il colore che prevale in questo film, in onore al titolo, è il blu. La scena in piscina o il giocattolo appeso al soffitto sono tutte cose simboliche che fanno riflettere la protagonista e insieme a lei, l’osservatore. Non credo sia un film facile da guardare. Non perché è “pesante” da un punto di vista di scene ma perché è difficile estrapolarne un messaggio senza immedesimarsi nella situazione e vedere il quadro completo della situazione. A tratti sembra quasi contraddittorio (non voglio il passato ma lo ritrova davanti) è da questo contrasto che si percepisce la vitalità del personaggio e il suo non arrendersi alla morte.
Vi lascio il trailer!
Come non essere colpiti dalla soggettiva dello sguardo della protagonista che ridestandosi alla vita deve scorgere la morte, e ancor prima dalla meccanica di quelle ruote che scivolano sopra il destino… Dalla magistrale rappresentazione del ritorno del rimosso nella scena della piscina, dal riprodursi della vita e dei legami ben sintetizzata nella scena dei topi. Come ben hai detto, tutti i film della trilogia sono da vedere e rivedere visto che oltre alle scene e alle sequenze che rientrano perfettamente tra i capolavori della settima arte, il tutto è curato fin nei minimi dettagli in modo che lo spettatore senta sia a livello conscio, sia a livello inconscio.
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L’attrice è molto brava e il film in sè è molto filosofico: si parla poco e si vedono molte scene che sta all’osservatore contestualizzare nel tutto ^^
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molto realistico allo stesso tempo
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Ciao! Ho visto “Trois couleurs – Film bleu” (il titolo in francese mi è venuto così, in realtà il film l’ho visto in italiano) molti anni fa, in occasione di un cineforum, e ricordo che non ci capii assolutamente nulla, al punto che quando uscì il VHS in edicola con il quotidiano lo acquistai (poi di seguito gli altri due), ma lo vidi altre volte prima di riuscire a dare un significato alla vicenda e capirne il messaggio.
Poi è venuto “Film bianco”, poi “Film rosso”. Del secondo non ricordo nulla, forse anche perché non mi piaceva Julie Delpy come protagonista; al contrario mi stuzzicò molto il terzo, con quella telefonata iniziale, e poi “la rencontre” dei protagonisti dei tre film. Ma non voglio fare ulteriore spoiler; dico solo che ho trovato molto adatta Juliette Binoche nel’interpretazione della moglie del compositore.
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Juliette Binoche credo sia molto adatta a questo ruolo. Prima di scrivere questa recensione sono stata mesi a riflettere sul film per cercare di dargli un senso. Film bianco ancora non l’ho visto e un po’ sono riluttante (molti mi dicono non sia un granché) ma adoro Film Rosso
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Mi sento di condividere il giudizio degli altri su Film bianco; ho idea che un po’ dipenda anche dalla protagonista scelta; Julie Delpy mi sembra un po’… posso dirlo? Un pesce lesso, ecco! 😉
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Film rosso invece è stupendo
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