Toccata e fuga

Toccata e fuga

Questa storia partecipa alla sedicesima challenge del circolo di scrittura creativa Raynor’s Hall. Il tema estratto per questo mese è stato “Bacio” proposto da Alessia

Era una giornata che non avrei mai potuto dimenticare. Anche se ritenevo di non aver dato importanza allo scenario circostante, troppo presa dalle sensazioni che vivevo. Il sole era ormai calato del tutto e la brezza notturna ed estiva accarezzava la mia pelle. Tremavo e non sapevo ancora se per il freddo o per il tocco tanto agognato di dita amate. Era una panchina sul lungomare, l’albero sopra di noi aveva fino a quel momento fatto passare flebili raggi del sole in tramonto che avevano illuminato il suo volto, fino a rivelarne il più piccolo particolare e il più insignificante difetto.

Ricordavo ancora quegli occhi neri che mi guardavano dall’alto, mentre le sue braccia mi stringevano al suo petto. Sentivo le gambe molli, completamente inerti e un vuoto nello stomaco che scoppiava come un ribollire di lava bollente. Il sangue risaliva alle guance a scaldarmi il volto ed ero abbandonata a tutte quelle sensazioni che infuriavano su di me, come la tempesta aggredisce la nave. Il suo volto si avvicinava lentamente al mio ed ero paralizzata a contemplare il suo sguardo profondo, mi perdevo a ricordare le parole, le promesse e tutti i gesti che c’erano stati. Un solo istante per rivivere tutto come se stesse per riaccadere. Che le sue labbra si poggiassero sulle mie erano un’inevitabile conseguenza di un’unione che ci catapultava uno verso l’altro e ci rendeva completi. Vi era qualcosa di nuovo e profondamente dolce che mi faceva desiderare di annegare ancora di più nell’abbraccio e sciogliermi con lui, fino a sparire nelle profondità della terra. Era uno dei momenti troppo brevi nel viverlo e molto lunghi a ricordarli. E allora non potevo immaginare quanto ancora la memoria mi avrebbe condannato a un ricordo che mi avrebbe stroncato il respiro e mi aveva rilegato a rivivere una dolcezza di cui non avrei mai più potuto essere partecipe.

«Qual è il problema?» chiesi con insistenza «perché non mi parli e pare che io non esista? Possibile che non abbiano significato niente per te i miei sospiri, le mie parole e le mie carezze? Possibile che tu non abbia alcun rispetto per i miei sentimenti?»

«Non importa no, un bacio non fa l’amore» disse il ragazzo, insensibile e freddo.

«E le promesse, le dolcezze e i fatti non sono niente per te?»

Come unica risposta mi accolse un silenzio di ghiaccio che faceva precipitare il mio cuore nelle profondità di un dolore da cui non sarei più riuscita a riprendermi.

Camminavo per le strade, rimuginando sempre sugli abbracci e sulle parole che mi erano state rivolte. Quando qualcosa finisce non si è più in grado di guardare la realtà, è come se non ci si volesse fermare alla fine. Non voglio vedere la fine di questa storia, anche se non era mai pienamente iniziata. Non posso lasciare quella che per me ormai era una sicurezza per avventurarmi in lidi sconosciuti, di cui non so nulla. Non ho le forze per abbandonare tutto, quando il mio cuore dice ancora che non è il momento. Eppure non posso attaccarmi a qualcosa di insano, che mi farebbe del male e mi trascinerebbe in una passione che non mi renderebbe felice. Devo recidere e dimenticare il bacio che ha siglato la mia condanna. Sarà difficile non condannarlo, quando era l’unica cosa che avesse le sembianze d’amore.

Esistono gesti semplici, capaci di risvegliare la fornace di un vulcano sopito. Si impara a nascondere e reprimere il naturale istinto che spinge a essere spontanei e a esprimere i propri sentimenti. In caso contrario, la società ti condanna per la tua sincerità e la tua istintività usata come debolezza per ferirti.


Creative Commons License

Alice Jane Raynor’s “Toccata e fuga” is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License

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16 risposte a "Toccata e fuga"

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  1. Molto intenso e passionale, ma anche dolce e malinconico.
    Il dilemma di lasciarsi andare ai sentimenti col rischio di farsi male o dar retta alla ragione e accettare il destino a malincuore.
    Molto bello come racconto, mi è piaciuto tantissimo.
    Sei sempre grande!! ❤

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  2. Pensavo che con il tema “bacio” sarebbero sorte diverse storie romantiche, invece mi pare di capire che così non è XD
    Bel racconto, anche se malinconico. Non sono proprio d’accordo sull’ultima frase per varie ragioni, ma posso capire i sentimenti che si scatenano dopo un rifiuto.

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  3. Mettersi in gioco e far capire i propri sentimenti è sempre un rischio, diamo la possibilità a l’altro di poterci ferire, ci rendiamo vulnerabili… è una scelta che però prima o poi dobbiamo fare, anche per conoscere di più noi stessi!
    Bravissima, bellissimo racconto ^_^

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  4. Ciao! Ho letto la storia grazie al fatto che l’hai messa nella challenge del Viaggio :3 e, onestamente, vedo un viaggio anche qui.
    La tua protagonista mi ha dato l’impressione di essere una ragazza molto dolce e ingenua che si è fatta trasportare dai ‘ primi battiti del cuore’, verso qualcosa che si è rivelato essere totalmente diverso da quello che si aspettava.
    Ho letto alcune delle tue storie e hai uno stile molto particolare, direi delicato in grado, però, di trasportare qualsiasi cosa, compreso il lettore, indietro nel tempo; per esempio leggendo la storia mi sono immaginata una ragazza in età vittoriana, mentre riflette camminando sulle strade polverose di Londra.
    ps. giuro vorrei sapermi spiegare meglio, ma vado molto a sensazioni XD, perdona questo commento strampalato

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