Così come il lettore ha il diritto di criticare e giudicare il mio lavoro, sia permesso alla mia voce di ribattere non solo attraverso i libri, i racconti e le poesie. Se non sarà troppo presuntuoso, ogni ribattuta sarà la creazione del manifesto della mia debole arte.
Un altro chiarimento che volevo fare sul libro sono i dettagli storici. Studio molto il passato, leggo diversi libri ambientati in diverse epoche e a volte leggo articoli pieni di curiosità. Nonostante tutto non ho scritto e non ritengo lontanamente il mio libro uno storico. Si dovrebbero prendere in considerazioni tanti di quei particolari che non sarei in grado di renderli tutti e mi ritroverai ingabbiata in schemi dove non potrei sentirmi libera. Riprendo il passato per criticare il presente: dopotutto la natura umana non è mai cambiata e forse mai cambierà perché i suoi istinti sono sempre gli stessi. Mescolo i modi e gli abiti dell’ottocento, con usanze e tratti medievali e uno scenario di una Corte dei Miracoli del seicento. Tutto è vario ma amalgamato secondo uno schema preciso funzionale alla storia. L’unione di tutte le epoche è funzionale a raccogliere quella che è simbolicamente la storia dell’umanità e la natura psicologica dell’uomo stesso. La storia non è quindi collocabile storicamente in nessun epoca.
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