Danzatori nell’Oscurità – Parte VI

Rieccomi a casa!  Spero di aggiornare regolarmente questa storia e scrivere di getto, seguendo il ritmo di quello che mi ispira la giornata, sperando vi faccia piacere ❤

«Contemplo» disse Lysandre «quelle due figure abbracciate, che si mescolano nella consolazione e nelle lacrime. Vedo due streghe scappate dal rogo di un mondo che non le capisce o vedo due naufraghe abbracciate dallo stesso destino. Vedo un’unione che non c’era stata e il diverso diventare parte di un tutto integro, puro, assoluto. Quasi temo di profanare quell’immagine con il mio sguardo e con la mia presenza. Forse è una visione d’amicizia talmente pura che dovrebbe essere proibita contaminarla con la sola presenza, la sola vista, il solo respiro. Ci vuole solidarietà per legare due anime così internamente afflitte e lacerate ma il rapporto sarà eterno e incondizionato. Adesso si sciolgono, si risvegliano lentamente da quel torpore che le ha portate in un paese lontano. Si guardano attorno, vedono attorno a loro la brina del nuovo giorno posarsi sull’erba, sui fiori, sulle loro palpebre. Hanno scacciato le tenebre con il loro abbraccio e tutto pare calmarsi. Spira il vento di una dolce riunione. Si allontanano, i volti calmi. Haydèe sembra aver imparato il valore della fiducia per un altro essere, Vania sembra essersi riconciliata con se stessa e serpenti verdi non le mangiano più il cuore, ora socchiuso in un dolce riposo»
«Muovo lentamente i miei passi» disse Haydèe «e lascio che i piedi accarezzano con dolcezza il suolo. Mi sento finalmente calma, placata da quel continuo senso di rabbia che mi ha oppresso per anni l’animo. Ѐ questo il sapore dell’amicizia, dell’amore, della completezza? Vorrei aprire il mio cuore, bagnarlo d’ambrosia e al contempo ho paura di ritrovare spine velenose, che lascino tracce indelebili nella povera carne ed emorragie eterne nell’animo. Ho desiderio e timore di aprirmi a questa nuova vita e sono tanto indecisa che mi sento barcollare, mi sento instabile e forse dovrei sedermi e trovare riparo in questa tempesta che alberga nel mio animo. Mi fermo e mi siedo, sulla rupe i miei veli si muovono con il vento e sembro una sirena del deserto. Guardo in alto, presa dall’estasi dell’illusione di quel sentimento che ancora mi avvolge come un manto e il mio volto si incrina. Vedo Lysandre sferzato dal vento e ora mi sento scoperta, nuda della freddezza con cui mi corazzo. Il mio volto diventa aggressivo e divento rigida, come una statua che urla dolore»
«Ormai avanzo» disse Lysandre «conscio di aver infranto il sogno. Nella sua ira manifesta riscopro la mia sepolta. Noi siamo il volto di una stessa verità. Uomo e donna, due cicli che si intersecano e perdono significato. Uomo accusato di rozzezza e violenza, donna di fragilità e sottomissione. Noi siamo la completezza di una stessa visione frammentata. Nessuno nel guardarla potrebbe sfiorare il pensiero di sottometterla, tanto è libera, tanto è inafferrabile ed eterea. In lei brilla la consapevolezza che spetterebbe a un uomo, in lei vi è la passione di una stessa libertà. Ѐ selvaggia come il vento, fugace come l’acqua, indomabile come il fuoco e ineffabile come la notte. Lei è l’uomo. Io maschero tutto nello sguardo di ghiaccio e ricerco ciò che possa richiamare il mio vero animo. Lunghi capelli al vento lasciano la scia dei miei ricordi e dei miei peccati, i tratti femminei mi ricordano la dolcezza dei miei ideali. Ricerco attenzioni, curioso come il vento che conosce l’erba e i monti, sono l’acqua che si addentra in tutto, sono il fuoco che brucia d’affetto e sono notte che mette a tacere tutto quanto. Io sono donna. Rivoltiamo negli abissi gli stessi ideali di un essere perfetto per crearne uno più vero e duraturo»

Danzatori nell’Oscurità – Parte VII


Creative Commons License

Alice Jane Raynor’s “Danzatori nell’Oscurità” is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.

6 risposte a "Danzatori nell’Oscurità – Parte VI"

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  1. “…Mi fermo e mi siedo, sulla rupe i miei veli si muovono con il vento e sembro una sirena del deserto….” Mi sembra di vederla.
    Noto un cambiamento nella scrittura del precedente romanzo e questo.
    Qui c’è più “maturita” di struttura. Scusa ma la vedo così.

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    1. Non ti scusare assolutamente 🙂 se pubblico queste cose significa che mi fa piacere avere un parere!
      Io li trovo degli stili (e dei generi) troppo diversi per paragonarli ma in linea di massima sono d’accordo con te. La scrittura cambia e sono contenta che in un anno di tempo sia migliorata, invece di rimanere “statica” in un punto 🙂

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