Danzatori nell’Oscurità – Parte V

Sempre al masterclass sono riuscita a pensarvi ♥

«Scappo» disse Vania «com’è scappata Haydèe. Fuggo da quel sentimento che ha rischiato di soffocarmi nelle viscere della terra. Riconosco la verità e il dolore di quelle parole. Vorrei essere avvolta da nuvole e diventare nube, vorrei liquefarmi nell’acqua per diventare mare e vorrei evaporare per nascondermi negli affranti che solo il vento può raggiungere. Il mio forse è un capriccio o forse verità e l’attenzione che esigo per me, appartiene a un’altra. Ritengo di non amarlo eppure questo mi ferisce e mi annienta. Mi siedo sull’altalena e mi dondolo, senza sforzo, ciondolando mollemente i piedi. Guardo il basso e avverto tutta la pesantezza incombere sulle mie spalle, tanto da sentirne il dolore. Rimango per un tempo infinito e mi pare di perdere la percezione del mio corpo. Forse son davvero acqua o vento o terra. A risvegliarmi da questo oblio sono risate. Risate infantili che si inseguono, ritmate dal gioco di un pallone. Avverto un fremito e mi pare quasi di protendere verso quell’infinito. Mi alzo e cammino titubante in quella direzione. Scorgo persone felici e non so da dove attingano questa forza che li fa roteare nella luce. Foglie mi ricoprono e la loro ombra mi protegge nel mostrare la mia tristezza. Cosa accadrebbe se mi mostrassi a loro? Forse sarei un mostro bestiale, inselvatico da una civiltà che lo attira ma lo respinge. Rimango tesa e poi azzardo il primo passo»
«Scorgo Vania» disse Haydèe «corro verso di lei. Si addentra nelle fauci di un mostro dal bianco aspetto. È un’insidia dal sorriso di smeraldo. Vedo la derisione e la violenza. Vedo come viene buttata in ginocchio, di come venga annientata al nulla. Non mi rimane che agire, trarla da quell’inferno e ridonarle il respiro della vita, abbracciandola con calma in questo cielo oscuro. Come un angelo caduto negli inferi, è stato battuto dai suoi stessi fratelli, piangente nel ricercare conciliazione. Ricercava la luce ed è stata abbattuta. Lacrime le scorrono sul volto e non capisce il motivo di questo rifiuto. Continuo ad abbracciarla e sentire il suo caldo respiro affannoso. Vorrei essere capace di spazzare via le tenebre di quelle lacrime»

Danzatori nell’Oscurità – Parte VI


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Alice Jane Raynor’s “Danzatori nell’Oscurità” is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.

5 risposte a "Danzatori nell’Oscurità – Parte V"

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  1. “…Vorrei essere avvolta da nuvole e diventare nube, vorrei liquefarmi nell’acqua per diventare mare e vorrei evaporare per nascondermi negli affranti che solo il vento può raggiungere. …..Foglie mi ricoprono e la loro ombra mi protegge nel mostrare la mia tristezza. …”frasi che evocano immagini poeticamente potenti.

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    1. Ti ringrazio 🙂 la musica mi ispira sempre bellissime immagine e sono contenta che vengano apprezzate. A volte non sono sicura di riuscire a riportare alla perfezione quello che ho in mente e ho paura di togliere bellezza all’immagine pure che ho pensato

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      1. Propabilmente si deve pensare che chi riceve non sempre interpreta come chi ha creato, questo è parte del “gioco”, ma la forza della scrittura evocativa è anche questo, far girare la fantasia.
        L’emozione di chi scrive può non corrispondere a quella di chi legge, ma l’importante è che procuri quella sensazione altrimenti sarebbe la staticità del pensiero. E il pensiero deve essere anche libertà.

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