Sono sempre al masterclass ma ho avuto il tempo per scrivere un altro seguito!
«Dmitrj!» iniziò Vania «vorrei urlare il suo nome ed esaurire tutto il fiato contenuto nel mio corpo, fino a svuotarmi e ripiegarmi su me stessa. Vorrei perdere il mio essere, di cui nessuno ne sentirebbe la mancanza. Io per prima. Odio e fiamme mi corrodono. Inseguiva Haydèe e me non considera. Non attiro sguardi, né impressioni. Sono uno di quei soldati senza nome destinati a morire. Vedo la schiera nemica davanti a me e forse sono nemici anche coloro che mi circondano: non mi permettono di scappare. Vedo già i fiotti dal mio fianco trafitto e il mio brutto volto forse acquisterà qualcosa di eroico. Ma è un’illusione. So che sarò tanto orribile da scatenare orrore e tanta pietà da far nascondere il mio volto da un panno sporco. Pietà che allontana i sensi di colpa e non impedirà una disgrazia futura, in cui l’uomo si massacrerà senza sosta e con sempre più violenza. Mi ha lasciata nell’imbarazzo, nella furia della gelosia che si contorceva come un serpente nel mio cuore. Guardo Dmitrj e lo accuso con lo sguardo, perché mi scaccia e non mi tratta con quell’amore che meriterei»
«Vania non parla» disse Dmitrj «qualcosa non mi convince. È aggrottata e anche il suo volto mi inquieta. Le chiedo cosa non vada, anche quando le spine incoronano il mio cuore. Non parla. Voglio convincerla»
«Gelosia» riprese Vania «è questo il nome»
«Alcun diritto» disse Lysandre «d’amore intercorre eppure Vania ne è gelosa e lo leggo dal suo volto»
«Mi avvicino» disse Dmitrj «mi scuso e le chiedo, interrogo le ragioni. Insisto e sento le sue ragioni. Mi imporporo e l’abbraccio. È amica non nemica, ma non amore e mi vergogno di aver dato nome al mio sentimento. La coscienza che ho acquisito mi ha annientato e ora ne ho vergogna»
Danzatori nell’Oscurità – Parte V
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