Musica Preistorica – Strumenti

Come detto nel post precedente, diversi strumenti musicali sono stati riportati alla luce grazie a ritrovamenti archeologici e collocati temporalmente nel Paleolitico. Studi antropologici hanno ipotizzato che le prime forme di musica sviluppate si siano ispirate a suoni della terra facili da riprodurre e che scandivano le diverse emozionalità dell’uomo di fronte a certi fenomeni naturali.
E’ assai probabile che il primo strumento musicale sia stata la voce umana, a cui ancora tutti i musicisti dovrebbero fare riferimento. La voce umana è uno strumento straordinario, capace di imitare moltissimi altri suoni, di cantare (dall’humming, al fischiare una melodia) ma anche di emettere altri suoni come schiarirsi la gola, sbadigliare, tossire… L’Origine delle specie di Darwin dedica proprio una parte a proposito della musica e a questo particolare aspetto per l’evoluzione dell’uomo.
Se invece per strumento intendiamo qualcosa costruito dall’uomo, i primi costruiti sono stati sicuramente le percussioni che permettono di ottenere una caratteristica immediata della musica, in grado subito di coinvolgere o meno: il ritmo. Probabilmente un modo per coordinare il gruppo e creare una certa empatia di sentimento fra tutti. Anche per il ritmo forse si è partiti da qualcosa di semplice come battere la mani, sfregare pietre tra di loro e questo è stato l’inizio primordiale della musica, in cui piano piano ritmo e una melodia arcana si sono intrecciati per dare vita a quest’arte. Gli scavi archeologici del paleolitico hanno riportato numerosi ritrovamenti che fanno pensare che le persone del tempo usassero intagli e oggetti appuntiti per creare strumenti a percussione, anche se spesso le interpretazioni di questi oggetti ha doppia valenza spesso discusse. Inizialmente si usarono piccoli oggetti, per creare ad esempio sonagli (con denti, noci, semi…) o zucche vuote riempiti di sassolini, principalmente usate dai cacciatori, tamburi a fessura o tronchi d’albero vuoti.
Altri strumenti rinvenuti sono i raschiatori, ovvero strumenti dentellati a raschiamento (gusci, bastoni, conchiglie, ossa che si raschiavano con un oggetto rigido), fischietti,  rombi e raspe (che servono per levigare le canne degli strumenti a fiato) e i primi strumenti a fiato: flauti a tacca, flauti in osso, a fessura, trombe ottenute da rami scavati e da ossa di animali.
Strumenti particolari sono l’arpa di terra, o cetra di terra, e l’arco musicale. L’arpa di terra consisteva in una buca scavata nel terreno e ricoperta con corteccia d’albero. Su di essa si tendeva una corda legandola a un bastone infisso a terra e percuotendola o pizzicandola si otteneva una strana risonanza.
L’arco musicale, invece, era formato da un ramo flessibile curvato mediante una corda tesa tra le due estremità e recante un risuonatore a zucca destinato ad ampliare il suono della corda pizzicata. I primi a strumenti a corda apparirono appena creati i primi archi, quindi si passa già a una fase successiva.
Il primo flauto trovato è stato nelle Hohle Fels, trovato vicino alla Venere dallo stesso nome, vicino ai più antichi intagli dell’uomo. Alcune teorie fanno pensare che qui ci fosse una tradizione musicale molto radicata (per la presenza di reperti ritrovati) e alcuni hanno ipotizzato che questa successiva evoluzione avrebbe permesso agli umani di sopravvivere mentre ai Neanderthals di estinguersi.
Il flauto più antico ritrovato è quello di Divje Babeè. Ricavato dal femore di un giovane orso, è stato rivenuto nel parco archeologico di Divje Babe nella Slovenia occidentale da cui prende il nome. Il suo utilizzo è controverso e molto discusso, potendo essere lo strumento musicale più antico rivenuto e presentato come flauto neandertaliano, caratterizzato da fori distanziati irregolarmente tra loro.
Un altro strumento, questa volta cordofono ad arco antichissimo è il Ravanhatha, ritrovato nel sito della Valle Indiana usato adesso solo da alcuni suonatori indiani ambulanti. La tradizione musicale indiana è una delle più antiche di cui abbiamo riferimento nel Veda, le sacre scritture della tradizione Hindu.
La più grande e ricca collezione di strumenti musicali preistorici è stata ritrovata però in Cina ed è datata fra i 7000 e i 6600 a. C. tra cui anche le campane che erano molto usate. Sono stati ritrovati anche moltissimi flauti d’osso che sembrano suonare le o sette notte della scala di Xia Zhi e sei note del Qing Shang, che fanno parte dell’antico sistema musicale cinese.
Sull’isola di Keros, furono ritrovate tue antiche statue della tarda cultura Neolitica. Ritraggono un musicista fermo che suona un doppio flauto e un musicista che suona o una lira o un arpa. Quest’ultimo esprime una grande concentrazione in quello che sta facendo, il loro significato è oscuro. Potrebbero benissimo riferirsi alla mitologia, a significati religiosi ( come riti propiziatori o ancora allontanare spiriti maligni), nonostante questo già fa capire quanto sentimento la musica faceva provare a questi uomini.
Nel tempo poi si svilupparono moltissimi altri strumenti. Presero piede anche le trombe dalle conchiglie o dal bambù, come hanno fatto gli indigeni australiani, e probabilmente questi tubi servirono per amplificare la voce.Anche i tamburi erano blocchi di legno o di pietra.

 

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