Ricordo una memoria andata,
di proibiti sensi e bui presagi,
di quando invano parlare
Seppur si fingeva liberalità e apertura.
Io, sciocco pensatore, parlavo
di quello che nel cor si agitava
e agli occhi altrui pensavo di fidarmi
rivelando l’intimità del mio essere.
Ma non notavo truci sguardi,
parole sussurrate e dita puntate,
tutto pareva normale ai confidenti occhi
che ingannarono il mio cuore.
Insidia che nome non ha
e pur male fa alla sensibilità
di un cuore che rivaluta un personaggio
affrontando il tabù del suo tempo.
Mai uomo più crudele
ma al giungere della morte
tutto si appiana e diventa uguale
e anch’io vidi il tragico nella sua fattezza.
Dramma pazzo, dai cupi colori
che non merita di essere pianto
nè di essere valutato
ma forse riconoscere umanità.
L’odio e lo disprezzo
come giusto che sia
ma come il Bianco Cavaliere
dalla restaurazione fu taciuto e censurato.
Così credo bisogni riflettere.
Splendida, una carezza di rime intime ed un filosofeggiare sui rimpianti e sulla morte, sui ricordi e sulla restaurazione delle emozioni, che ti scivola sulla pelle e più giù nelle pareti pulsanti ed ispessiti del cuore.
Leggevo mentre ascoltavo il tuo Mozart ed il tuo Bach, splendido intermezzo di te artista, Alice, nella piattezza instagrammata della vita dei social e del lavoro.
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Questa poesia deve ringraziare anche te per essere nata, dato che mi hai dato tu l’incoraggiamento giusto per lasciar scivolare in una cascata di emozioni le parole. E ti ringrazio anche per aver ascoltato quello che suono, sperando sempre di non deluderti!
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Valgano in questo caso le medesime parole che ti ho scritto, sotto al tuo ringraziamento, nel tuo post di presentazione del brano di Mozart.
Io sono felicissimo, sialo anche tu!
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Bella, intima…
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Ti ringrazio ^^
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