Ricordo una memoria andata

Ricordo una memoria andata,

di proibiti sensi e bui presagi,

di quando invano parlare

Seppur si fingeva liberalità e apertura.

Io, sciocco pensatore, parlavo

di quello che nel cor si agitava

e agli occhi altrui pensavo di fidarmi

rivelando l’intimità del mio essere.

Ma non notavo truci sguardi,

parole sussurrate e dita puntate,

tutto pareva normale ai confidenti occhi

che ingannarono il mio cuore.

Insidia che nome non ha

e pur male fa alla sensibilità

di un cuore che rivaluta un personaggio

affrontando il tabù del suo tempo.

Mai uomo più crudele

ma al giungere della morte

tutto si appiana e diventa uguale

e anch’io vidi il tragico nella sua fattezza.

Dramma pazzo, dai cupi colori

che non merita di essere pianto

nè di essere valutato

ma forse riconoscere umanità.

L’odio e lo disprezzo

come giusto che sia 

ma come il Bianco Cavaliere

dalla restaurazione fu taciuto e censurato.

Così credo bisogni riflettere.

5 risposte a "Ricordo una memoria andata"

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  1. Splendida, una carezza di rime intime ed un filosofeggiare sui rimpianti e sulla morte, sui ricordi e sulla restaurazione delle emozioni, che ti scivola sulla pelle e più giù nelle pareti pulsanti ed ispessiti del cuore.
    Leggevo mentre ascoltavo il tuo Mozart ed il tuo Bach, splendido intermezzo di te artista, Alice, nella piattezza instagrammata della vita dei social e del lavoro.

    Piace a 1 persona

    1. Questa poesia deve ringraziare anche te per essere nata, dato che mi hai dato tu l’incoraggiamento giusto per lasciar scivolare in una cascata di emozioni le parole. E ti ringrazio anche per aver ascoltato quello che suono, sperando sempre di non deluderti!

      Piace a 1 persona

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