Ospite a “Oggi Con Noi” Domenico Del Coco
Per la rubrica: “Oggi Con Noi” diamo il benvenuto a Domenico Del Coco
Ciao Domenico e grazie per aver aderito all’iniziativa di Passione libro in gemellaggio con leinfinitevitediunautrice di Eleonora Panzeri e Alice Jane Raynor. Direi di non perdere altro tempo e iniziare subito con le domande.
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Com’è nato il tuo romanzo, e soprattutto da cosa trai le maggior ispirazioni?
Il mio romanzo è nato sotto richiesta di alcune persone per non far dimenticare il dramma dei desaparecidos argentini. Mi sono ispirato a fatti realmente accaduti per poter descrivere quel dramma che purtroppo in Italia non è tanto sentito. Il dramma dei desaparecidos a distanza di quaranta anni non è ancor ben presente in Italia.
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In che luogo e periodo è ambientata la tua storia?
La storia è ambientata tra la Buenos Aires di oggi e quella del 1976 anno in cui iniziò la dittatura di Videla e il dramma dei desaparecidos.
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Cosa rende speciale i tuoi personaggi? Cosa li contraddistingue dagli altri?
Sono personaggi comuni. Non hanno caratteristiche speciali. Li creo apposta perché la lettrice e il lettore si possano subito rispecchiare.
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Quali sono i punti di forza del tuo romanzo e i temi che tocca?
I punti forza sono la storia dei desaparecidos. Il lettore leggendo il libro capirà bene cosa è avvenuto veramente in quegli anni (Argentina 1976-1983) oltre ai desaparecidos si parla anche di altre tematiche minori come l’amore, i rapporti famigliari e tanto altro.
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Tra i tuoi romanzi già pubblicati, a quale sei legata/o in maniera particolare?
Sicuramente al Quaderno di Madrid (Gilgamesh Edizioni solo formato e-book) perché c’è stato un lavoro durato quattro anni sulla guerra civile spagnola.
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Self o casa editrice? Parlaci delle tue esperienze in merito?
Casa editrice. L’esperienza è positiva e proprio perché l’editore Cavinato è contento dei miei scritti uscirà a settembre Redenzione un mio racconto in un’antologia di ben 50 autori
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Perché pensi che le persone dovrebbero leggere il tuo libro?
Per capire cosa significhi amare un figlio che è nato in una circostanza drammatica ma anche capire che il lavoro di madre non è semplice. Il libro è soprattutto indirizzato a donne, madri che ogni giorno si fanno in quattro per tenere salda la famiglia. Penso che sia un libro adatto più alle donne che agli uomini. Le donne hanno maggiore sensibilità e colgono immediatamente le emozioni
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Piccolo estratto.
Argentina 2016. Mi chiamo Esteban. Esteban Ezequiel Rodriguez Puccini. Ho 40 anni. Sono di origini Italiane da almeno tre generazioni. Una bella famiglia, perfetta direi. Vivo come impiegato sopravvivendo ad una crisi economica che sta distruggendo la nostra nazione. Sono nato a San José de Balcarce ma, essendo stato un tipo ribelle, mi trasferii a Buenos Aires appena terminata la scuola superiore. Amo la mia nazione. Durante il tempo libero mi piace recitare. Ma quello che vi racconto non sono Finzioni per dirla alla Borges. Ognuno di noi ha un passato. Un passato che può essere bello o brutto. Per un atmo della mia vita scoprii il mutismo. Si, avete capito bene. Ero muto. Non me ne accorgevo. Come se la bocca diventasse asciutta e non potesse più parlare. Ero timido, non che non lo sia ancora, anzi! Però in quel periodo accadde qualcosa di strano. Sono abbastanza alto, occhi castani e capelli castano scuri quasi neri. Da bambino nessuno poteva tollerare un Esteban Ezequiel Puccini con un carattere ingovernabile, a tratti incorreggibile, provocatorio, esplosivo, per certi versi instabile e irascibile e, se proprio devo dirla tutta, ero facilmente infiammabile. Per molti ero una creatura selvaggia, indomita, sfacciato (con chi non sopportavo o consideravo antipatico), volubile, ma tuttavia ero sensibile e vulnerabile con un carattere non decifrabile. Se per alcuni ero un estroverso con origini misteriose per altri sembravo un ragazzino timido e impacciato al primo appuntamento. Così a Balcarce molti si chiesero come mai ero un reietto e una sorta di problema. Non seppi mai dare e darmi una risposta.
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Trama del tuo libro.
Buenos Aires, oggi. Una famiglia in apparenza normale, dove tutto è perfetto, viene stravolta dalla tesi che il figlio Esteban Ezequiel Puccini, protagonista del romanzo, sta preparando per la sua laurea. Il ragazzo, argentino di origine italiana, sta lavorando a una tesi sui desaparecidos. Nel momento in cui si documenta qualcosa lo porta a vivere in quel periodo buio dell’Argentina degli anni ’70. In casa, d’improvviso, calano un silenzio e un’omertà sospetta. Qualcuno porta dentro di sé un doloroso segreto. Esteban comincia a notare le differenze fisiognomiche con i fratelli e si interroga sul perché sua madre con lui si comporti in maniera eccessivamente protettiva. Cosa nasconde a suo figlio? E perché il papà lo tratta a volte in maniera fredda? Per quale motivo con lui, primogenito, ha un rapporto più distaccato?
In un ritmo di tensione continua il lettore scoprirà aspetti della storia che hanno coinvolto non solo argentini ma anche il resto del mondo. Chi erano i desaparecidos? Cosa sono i voli della morte? E perché Videla voleva eliminare tanti argentini? Queste sono le domande che il lettore si porrà insieme al protagonista.
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