Ospite a “Oggi Con Noi” Natascia Luchetti
Per la rubrica: “Oggi Con Noi” diamo il benvenuto a Natascia Luchetti
Ciao Natascia e grazie per aver aderito all’iniziativa di Passione libro in gemellaggio con leinfiniteviediunautrice di Eleonora Panzeri e Alice Jane Raynor. Direi di non perdere altro tempo e iniziare subito con le domande.
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Com’è nato il tuo romanzo, e soprattutto da cosa trai le maggior ispirazioni?
Lo Specchio Nero nasce da una poesia che scrissi nel Duemilacinque. Ero ancora alle superiori e in quel periodo mi divertivo a comporre rime in inglese. Ne scrissi una che poi sviluppai con un paio di ballate, ma lasciai tutto nascosto all’interno di un quaderno, dimenticato in cantina. Questo fino al Duemilaquattordici, in cui raccolsi le mie idee per creare una storia. Pensavo ad un racconto breve e invece ne è uscito un romanzo di oltre quattrocento pagine. Se parliamo di ispirazione in generale, devo ammettere che la fonte primaria è la musica. La musica che è molto presente anche all’interno della stessa trama come vascello di emozioni. Tuttavia essa non è l’unica mia fonte di ispirazione. Ad accompagnarla ci sono i libri che ho letto, che hanno plasmato lo stile. Sono un’appassionata di romanzi gotici, ossessionata dal Dracula di Bram Stoker, quindi sottolineerei lui come mio più grande maestro. Non è finita qui. Io amo le leggende e spesso sono proprio alcune di esse, lette per caso su un giornale o su di una pagina web o semplicemente sentite alla tv, a darmi l’input, la scintilla creativa. All’interno dei miei romanzi potete trovare decine di leggende note riviste da me e reinterpretate, affiancate da una mitologia relativa all’universo che io stessa ho creato. Ci sono davvero tante altre cose ad ispirarmi, ma impiegherei pagine e pagine ad elencare ogni cosa.
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In che luogo e periodo è ambientata la tua storia?
Lo Specchio Nero è ambientato a Espoo, in Finlandia e le vicende iniziano a dipanarsi durante gli anni Novanta. Il corpo principale del romanzo si svolge tra il Duemilaundici e il Duemilaquattordici, anche se le radici di alcuni personaggi richiedono dei flashback in un passato remoto che risale alla cristianizzazione del suolo finlandese.
Il motivo per cui ho scelto la Finlandia è perché è un Paese che adoro e la sua poca densità abitativa lo rende selvaggio. I suoi laghi, il suo clima gelido creano un’atmosfera ideale per il mio genere.
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Cosa rende speciale i tuoi personaggi? Cosa li contraddistingue dagli altri?
Offro davvero tantissimi personaggi e ognuno è importante per motivi diversi. Ovviamente, per me, ognuno di loro ha un senso profondo, intimo, rappresenta degli aspetti della mia vita e delle personali prese di posizione relativamente a temi che mi stanno particolarmente a cuore. Tuttavia ho posto una cura maniacale nel dettaglio della loro caratterizzazione sia fisica che psicologica. I miei personaggi sono sospesi tra il mondo reale e quindi la realtà di tutti i giorni, e lo straordinario della dimensione spirituale. Demoni, angeli, streghe condividono gli stessi spazi e gli stessi tempi delle persone normali, che vivono loro accanto, ignare della loro potenza. Ognuno di loro ha un’origine ben definita, fissata nel tempo. Ognuno di loro ha un trascorso ben delineato, che siano secondari o primari. Non ho trascurato nemmeno le brevi comparse. Tutti hanno il diritto di essere conosciuti e amati od odiati con cognizione di causa. Il personaggio a cui sono più affezionata è Aleksandr Latvila, il cantante chitarrista dei Child of Decadence perché fa da anello congiungente tra regolare umanità e mostruosità e riesce a suscitare riflessioni interessanti. Non scenderò nel dettaglio, ovviamente. Non voglio rovinare la sorpresa a chi legge, tuttavia lo sottolineerei come portatore del vero messaggio del mio primo romanzo.
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Quali sono i punti di forza del tuo romanzo e i temi che tocca?
I punti di forza del mio romanzo? Un’ossatura forte per quanto riguarda la trama. Ogni contesto è definito e collocato sia a livello temporale che spaziale. I personaggi non escono mai dal nulla ma hanno tutti un background ben definito e una personalità spiegata nei minimi dettagli. Non vorrei risultare una vanitosa, però sono molto pignola nella formazione dei periodi. Sono attenta alla forma usata e alla struttura stessa della frase. Una cosa che scrivo deve essere scorrevole e bella da sentire.
Credo che il resto dipenda dal lettore. Non vorrei sbilanciarmi oltre, tanto da risultare antipatica.
I temi che vengono sviluppati ne “Lo Specchio Nero” variano dal concetto di “mostro” a quello di giustizia umana o divina. Scrivendo questo romanzo mi sono chiesta una cosa : può qualcuno amare un essere che supera la sua comprensione? Può amare una creatura che porta calamità e morte pur non volendo? Ho voluto parlare di questo, ma anche della forza dello straordinario e della sua capacità di risvegliare le coscienze e i lati sopiti degli esseri umani attraverso la paura. Sì, perché il vero ego dei miei personaggi fiorisce quando essi si trovano a dover fronteggiare qualcosa di più grande di loro, qualcosa che ad un primo sguardo sembra incomprensibile. Il salto nel buio. Ho provato a descrivere anche questo. Mettere un piede in un baratro e precipitare nell’ombra fino a farsi divorare completamente. Ho provato ad immaginare questa sensazione e a descrivervela attraverso le vicende.
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Tra i tuoi romanzi già pubblicati, a quale sei legata/o in maniera particolare?
Il primo romanzo che ho pubblicato è stato “Lo Specchio Nero” ed è il primo volume di una trilogia che prosegue poi ne “La Strega dei Corvi”, già pubblicato. Sto ultimando il prequel “Il Risveglio della Fenice che probabilmente uscirà sugli store Online il prossimo mese.
Colgo l’occasione per parlare un po’ anche di questo mio secondo lavoro, ambientato in Italia. Anche in questo caso la vicenda parte da un’antica leggenda poco nota che coinvolge due ruderi e un passaggio segreto, situati nel panorama da sogno dell’Alpe di Siusi. I nuovi personaggi introdotti, si legheranno a quelli già conosciuti nelle vicende de “Lo Specchio Nero” e porteranno la storia su un livello persino più epico. Sì, per la Strega dei Corvi, dovrei avere uno spazio apposito. Ci sono davvero tante altre cose da dire.
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Self o casa editrice? Parlaci delle tue esperienze in merito?
Casa editrice. Cavinato Editore per sempre. Ovviamente non tolgo nulla ai Self, ma essendo dal tutto inesperta in materia ho preferito lasciare come ultima possibilità quella di autopubblicarmi. Prima di incontrare il mio Editore, ho ricevuto un paio di proposte da Case Editrici a pagamento da far arricciare i capelli. Quindi un consiglio che ho da dare a tutti gli esordienti che vogliono pubblicare attraverso Casa Editrice è di evitare a piè pari tutti quegli editoruncoli che non vogliono scommettere nemmeno un euro sul loro lavoro e che propongono stampe e diffusioni a cifre astronomiche. Non cedete all’entusiasmo! Mai! Se proprio nessuno è disposto a pubblicarvi, meglio il Self. Non buttate un euro per farvi leggere. Se la vostra opera vale davvero, non siete voi a dover pagare ma l’editore che vuole lavorare al vostro fianco.
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Perché pensi che le persone dovrebbero leggere il tuo libro?
Innanzi tutto credo che leggere Lo Specchio Nero sia interessante per le persone che amano i romanzi gotici e l’urban fantasy. Chiunque sia appassionato di leggende nordiche e demonologia cristiana, unita ad un pizzico di stregoneria, può tranquillamente passarci su un paio di giorni. Si gusta a pieno se si ha voglia di riflettere sulla vicenda che non scorre soltanto per arrivare alla fine, ma che in ogni sua parte offre uno spunto per fermarsi a pensare.
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Piccolo estratto.
Il disgelo era quasi completo. La neve aveva lasciato finalmente spazio all’erba e all’asfalto umido. Iniziava ad essere gradevole passeggiare sotto il sole decisamente più caldo della tardiva primavera. Sole che in quel momento volgeva al crepuscolo. Astrid osservava distrattamente l’orizzonte come se cercasse di vedere qualcosa che sapeva di non trovare. Era distratta dal un ricordo che non sentiva nemmeno suo. Si trascinava seguendo una volontà indefinita , lungo il sentiero che costeggiava il freddo lago. Il debole vento le spostava i lunghissimi capelli scuri. Osservò il pelo dell’acqua leggermente increspato dal vento e si strinse fra le sue stesse braccia come se un brivido insensato la percorresse dalla testa ai piedi, una folata di vento decisamente più rigida.
Un lontano rumore di passi la risvegliò da quello strano torpore. Passi che volgevano in direzione di lei. Si voltò lentamente e i suoi occhi incontrarono il ghiaccio di uno sguardo oramai diventato familiare. In quelle settimane non vi era giorno che non incontrasse accidentalmente la vista di quegli occhi, nei momenti più svariati. Era davvero qualcosa di casuale, o quello sguardo la cercava costantemente, in silenzio?
«Non dovrebbe rimanere fino a quest’ora nei pressi di questo sentiero, signorina. L’aria diventa fredda quando la notte incombe.»
«So come proteggermene, Signor…»
«Latvila. Aleksandr Latvila.»
«Una celebrità come lei che passa del tempo in una cittadina umile come questa?»
«Io sono nato qui, vivo qui e qui traggo ispirazione per ogni cosa. Le acque di questo lago mi hanno dettato spesso strofe meravigliose. La poesia racchiusa nel testo di una canzone non nasce solo dalla mente dell’autore, ma anzi, viene a lui dettata dalla realtà che vive. Le immagini sono fotografie create dall’esperienza che trovano espressione solo nei versi.»
«Lei esprime ogni cosa in poesia. Ha un linguaggio a dir poco obsoleto per questa generazione. Non se ne abbia a male, ma a vederla sul palco, tutto si direbbe tranne che fosse capace di esprimersi in questo modo.»
«Il palco inganna. Per piacere alle masse, le persone sono costrette a modificare il proprio atteggiamento in modo da costruirsi una maschera giusta. Parolacce, imprecazioni e frasi fatte, idiomatiche per un genere di musica e uno stile di vita caratteristico sono doverose per chi deve farsi ascoltare. Crede che se io salissi sul palco con la calma e la pacatezza con cui mi rivolgo a lei in questo momento mi ascolterebbero, signorina…»
«Astrid, Astrid Hekkinen.»
«Bellissimo nome. Astrid significa “Divinità meravigliosa” viene dall’antica lingua norrena parlata dai vichinghi che abitavano queste terre. E’ strano e sorprendente allo stesso tempo come un popolo così barbaro e indelicato potesse creare qualcosa di così gradevole.»
«E quindi lei sa fare anche l’etimologia dei nomi?»
«E’ un campo che mi ha sempre divertito: trovare la radice delle parole e analizzarne la nascita.»
«Affascinante davvero. Anche a me interessa molto.»
Latvila accennò un lieve sorriso e Astrid non fece che rispondergli rimandandone uno decisamente più convinto.
«Io la apprezzerei anche se fosse se stesso sul palco.»
«Non avevo dubbi. Si comprende facilmente che non riesce a soffermarsi alla superficialità dell’aspetto esteriore. Da come guarda il pelo dell’acqua si direbbe che passa molto tempo a pensare.»
«Anche troppo. Le giornate scorrono nella melanconia prima ancora che me ne accorga.»
«Anche lei, come me ama la solitudine, non è così?»
«Non che la ami, ma a lei sono costretta. Non mi ritrovo con tutta quella marmaglia di gente che mi sta intorno. Quelli con la mentalità come la mia non hanno molto spazio nella società di oggi. Sono troppo all’antica, dicono.»
«Non è un male. In passato le cose erano molto diverse e non di certo peggiori, almeno per certi versi.»
«Lei parla come un vecchio, ma a guardarla si direbbe che abbia una trentina di anni al massimo.»
«E’ il coraggio e la forza di sperare che mantiene le persone giovani. E’ per questo motivo che si vedono ragazzi già vecchi e anziani ancora bambini.»
«I disillusi sono vecchi o ragazzini?»
«Dipende da quanto vogliono rischiare per provare ad essere felici.»
«E se io sia disposta a rischiare ogni cosa?»
«Allora lei è fuori dal tempo. Sarà giovane per sempre, anche quando le rughe le solcheranno il viso.»
Gli occhi di Aleksandr si posarono sullo specchio d’acqua increspato dal vento. Il silenzio cadde assieme alla luce. Le mura del vecchio maniero, sull’altra riva del lago, schermavano ormai i raggi di quel sole morente. Assottigliò lo sguardo, socchiudendo leggermente le palpebre come se dovesse focalizzare l’attenzione su qualcosa all’orizzonte.
«Mi dispiace dover interrompere la nostra conversazione, ma devo raggiungere un mio amico dall’altra parte della città. Spero di poterla incontrare ancora sulle rive di questo meraviglioso lago.»
«E’ una mia meta fissa. Adoro i laghi.»
«Allora sarà piacevole incontrarla ancora. Arrivederci e buona serata, Astrid.»
«Anche a lei, Signor Latvila.»
«Aleksandr.»
«Anche a lei Aleksandr.»
Corresse la frase con un sorriso sulle labbra e lo osservò allontanarsi a passo abbastanza sostenuto. Gli ultimi raggi del sole colpivano i suoi lunghi capelli biondo scuro. Qualcosa in lui l’aveva colpita. Forse la voce, forse lo sguardo: non sapeva identificare bene che cosa la spingesse a continuare a seguirlo con gli occhi, finché non superò il suo campo visivo. Con lui scomparve definitivamente l’ultima luce di quel pomeriggio che lentamente lasciava spazio alla sera. Il buio dilagava con estrema velocità e le acque del lago divennero presto uno specchio incapace di riflettere. Una strana sensazione la assalì, simile alla paura. Un flash, un ricordo, le tornò alla mente.
Accelerò il passo e si allontanò dalle rive del lago in modo da raggiungere presto la strada illuminata dai lampioni.
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Trama del tuo libro :
Astrid Hekkinen è una ragazza disillusa, troppo abituata ad una vita di routine in una tranquilla cittadina vicino Helsinki. Tutto cambia quando i suoi occhi incontrano lo sguardo di Aleksandr Latvila, un fascinoso cantante chitarrista di un gruppo death metal finlandese. Gli occhi, la voce e l’immagine di lui divengono ridondanti ed onnipresenti nella vita della giovane, ma questo non riesce a darle fastidio. Lei scopre solo in seguito che dietro quei modi dolci è magnificamente galanti si cela una creatura sovrumana da sempre al centro di un’antica disputa di dominio tra le forze dell’Inferno e antichi difensori della Luce. Uno scontro tra ragione e antiche leggende divenute reali sconvolgerà la vita di Astrid e di tutti coloro che ignari si sono avvicinati alla doppiezza di Aleksandr, trascinandoli in una guerra che spezza ogni legame con i limiti del possibile.
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