Notre-Dame de Paris
Scheda
Titolo: Notre-Dame de Paris
Autore: Victor Hugo
Prima edizione: 1831
Editore: Gosselin
Paese d’origine: Francia
Lingua originale: francese
Genere: romanzo romantico/gotico
Quarta di copertina
Esmeralda, una giovane zingara di grande avvenenza, è solita danzare sul sagrato della chiesa di Notre-Dame, cuore della Parigi medievale. L’arcidiacono Frollo è attratto dalla giovane donna e, pur fra sentimenti contraddittori, cerca di farla rapire dal campanaro Quasimodo, un essere deforme fino alla mostruosità. Ma il capitano Phoebus de Châteaupers la trae in salvo e conquista il suo amore. Una vicenda melodrammatica, tetra, grottesca, che ha commosso lettori di tutti i tempi e spesso ispirato il mondo del cinema.
(Dalla quarta di copertina della BUR edizioni)
Analisi (Possibili Spoiler)
Pubblicato da Hugo all’età di 29 anni, fu il primo grande successo dello scrittore. Venne infatti accolto con grande clamore, superando anche le censure dell’epoca. Particolare fu la critica sul talento con cui Hugo aveva fatto rivivere la Parigi del XV secolo e il modo in cui rende la cattedrale “la grande figura del romanzo, che può essere addirittura la sua eroina”. Anche Paul Lacroix afferma qualcosa di molto simile come “in qualche modo il personaggio principale del libro”. Inoltre il romanzo fa concordare tutti i diversi elementi in modo che le varietà dei colori si accordino meravigliosamente con la scienza dell’immaginazione. Anche lo stile non viene biasimato da giornali e popolo.
Ma un libro poteva essere completamente elogiato? Certamente no e molti scrittori manifestarono le loro idee avverse. La maggior parte erano disgustati dalla sua assenza di spiritualità quando parlava di religione o della stessa cattedrale. Si giunse persino a dire che la cattedrale sembrava illuminata da raggi infernali, piuttosto che dalla grazia divina. Inoltre manca la Provvidenza che viene sostituita dalla Fatalità (ἀνάγκη).
Sicuramente la critica più forte fu quella dello scrittore Honoré de Balzac che scrisse:
«Je viens de lire Notre-Dame, deux belles scènes, trois mots, le tout invraisemblable, deux descriptions, la belle et la bête, et un déluge de mauvais goût — une fable sans possibilité et par-dessus tout un ouvrage ennuyeux, vide, plein de prétention architecturale — voilà où nous mène l’amour-propre excessif.»
( Ho appena letto Notre-Dame, due belle scene, tre parole, del tutto inverosimili, due descrizioni, la bella e la bestia, e un diluvio di cattivo gusto – una fiaba senza possibilità e soprattutto un opera noiosa, vuota, piena di pretese architettoniche – ecco dove ci conduce l’amor proprio eccessivo.)
Insomma, critiche pesanti…
“Criticando” a mia volta le parole di Balzac dirò che la storia, per quanto semplice (se proprio così la vogliamo definire… è una tragedia che ha anche alcuni elementi del teatro ed è un bell’intrigo anche se non eccessivamente complicato) mi è piaciuta e ci sono scene meravigliose. La bella e la bestia? Uhm… forse, ma è vero in parte. Ci ritroviamo a osservare un intrigo in cui “la bestia” può avere molteplici significati. Chi è la bestia? Un militare avvenente che sfrutta le persone per i suoi piaceri, un prete dissoluto ma al contempo disperato nel cercare affetto o un uomo brutto ma gentile? Una bella sfida ed è cura del lettore scegliere tra questi chi sia più bestiale. Non avendo poi la concentrazione su una sola di queste “bestie”, il tutto si dimostra particolarmente curato e la storia può insegnare molto di più di quello che si ritiene.
Pretese architettoniche? Ammetto che le descrizioni sono veramente troppo pesanti. Hugo, volendo descrivere perfettamente la sua amata Parigi in un epoca a cui non apparteneva, cerca di catturarne tutte le sfumature. Temo che persino chi studia storia dell’arte o architettura ha un po’ di difficoltà a stargli dietro. Insomma, perfette per chi vuole studiare Parigi di quell’epoca (o più o meno qualsivoglia città), per chi vuole ricreare un romanzo in quell’epoca e per chi vuole soddisfare la propria curiosità architettonica insomma. Estremamente noiosa per chi vorrebbe godersi un romanzo e la sua bellissima storia. La verità? L’inizio è insopportabile ma se arriverete fino alla fine non ve ne pentirete!
Perché il titolo originale è Notre-Dame de Paris. Perché? È semplice. Mentre il cartone aveva bisogno di un protagonista, il libro ne è sprovvisto. Anzi, sembra proprio – come avrete letto in precedenza – che sia la cattedrale a essere la protagonista. Tutto si aggira attorno a lei – tranne qualche rara eccezione – e se non accade dentro di lei, o nei suoi pressi, la sua figura sembra stagliarsi su tutta Parigi. La Cattedrale ai tempi di Hugo era quasi finita in rovina (o per meglio dire nel dimenticatoio) e così lo scrittore voleva ripristinare la sua funzione di simbolo della città. È la cattedrale a racchiudere in sé tutte le caratteristiche gotiche: architettura, passione e religione proprio per questo motivo non c’era da meravigliarsi che questo tipo di Chiesa cozzasse drasticamente con la “Chiesa purificata” che si voleva mostrare. Nel libro appare un capitolo “Questo ucciderà Quello” una frase dell’arcidiacono Frollo e per farvela capire meglio, citerò parti stesse del libro che a me sono piaciute molto e sono di una bellezza unica:
“[…] Questo ucciderà quello. Il libro ucciderà l’edificio […] Era il terrore del sacerdozio davanti a un fenomeno nuovo, la stampa. […] Era la cattedra e il manoscritto, la parola parlata e quella scritta, in allarme davanti alla parola stampata […] Era il grido del profeta che sente rumoreggiare e brulicare l’umanità emancipata, che vede nell’avvenire l’intelligenza soppiantare la fede, l’opinione detronizzare la religione, il mondo scuotere Roma. Pronostico del filosofo che vede il pensiero umano, volatilizzato dalla stampa, evaporare dal vaso teocratico […] Questo significa che un potere stava per succedere a un altro potere. Questo voleva dire: la stampa ucciderà la chiesa”
In una mia libera interpretazione, posso dire che era la paura dell’uomo potente davanti all’ignoranza che stava per evolversi in razionalità. Perché? I libri danno conoscenza, i libri danno cultura. Con un proprio ingegno è meno facile seguire inclinazioni sbagliate (e farsi manipolare). Perché i più grandi tiranni hanno vietato la cultura? Prendiamo un esempio a caso… Savonarola! Lui ha bruciato libri, quadri e molti oggetti artistici perché considerati eretici. Ma erano davvero tutti eretici? Probabilmente no, ma il suo potere si basava sull’ignoranza altrui. Insomma, secondo me, questa è un anticipazione su quello che poi vedrà nel suo tempo e ancora nel nostro (già se ci pensate Martin Lutero quando ha tradotto la Bibbia ha contestato la Chiesa, liberando anche dall’ignoranza molte persone e riportando un messaggio chiaro e alla portata di tutti).
Avendo comunque una Chiesa tanto oscura come protagonista del romanzo, non si poteva di certo avere una Provvidenza ma una Fatalità (come ho detto precedentemente). La parola greca ἀνάγκη descrive tutto il concetto di questa “Provvidenza nera”. Citerò sempre un passo del libro per farlo capire meglio.
“[…] seguendo la direzione dello sguardo di lui, vide come si fosse meccanicamente fissato sulla grande ragnatela che tappezzava la finestra. In quel momento una mosca stordita, che cercava il sole di marzo, si gettò in quella rete e vi si invischiò. […] L’enorme ragno scattò bruscamente dal centro e si precipitò con un balzo sulla mosca […]
«Ecco un simbolo di tutto. Vola, è felice, è appena nata; cerca la primavera,l’aria pura, la libertà […] Lasciate fare! E’ la fatalità! […] Tu volavi verso la scienza, la luce, il sole, tu volevi solo arrivare alla grande luce della verità eterna […] non hai visto quella sottile ragnatela tesa dal destino tra la luce e te, e ti ci sei gettato a capofitto, miserabile pazzo […] E quand’anche avessi potuto rompere questa pericolosa tela con le tue ali da moscerino credi che avresti potuto raggiungere la luce […]»”.
Non è una Moira alla greca, nè un Fato latino, ma non è nemmeno una Provvidenza benevola. Sembra quasi che il libero arbitrio possa portarti, per un unico sbaglio, alla Fatalità dei fatti.
Un altra cosa che dimostra il romanzo è che una persona non può essere giudicata dall’apparenza. Citerò un altro passo molto bello (almeno per me).
“[…] Una mattina ella vide sulla finestra, svegliandosi, due vasi pieni di fiori. Uno era un vaso di cristallo, bellissimo e splendente, ma incrinato. Aveva lasciato sfuggire l’acqua di cui era stato riempito, e i fiori che conteneva erano appassiti. L’altro era un recipiente di coccio, rozzo e comune, che aveva però conservato tutta l’acqua, e i cui fiori erano rimasti freschi e vermigli […] ma lei prese il mazzo appassito, e lo portò tutto il giorno sul seno […]”
Una metafora più chiara di così non può essere commentata, Hugo è un genio.
Le altre particolarità del romanzo sono poi l’architettura che classifica un popolo e i suoi ideali, la differenza dei valori tra i francesi del ‘500 e quelli dell’ 800 e quindi l’evoluzione della cultura.
Biografia dell’autore
Nacque il 26 Febbrario del 1802 a Besancon nella Franca Contea, il padre era un conte napoleonico e militare dell’esercito di Giuseppe Bonaparte. Seguì il padre, insieme alla madre e ai fratelli prima a Parigi, poi a Napoli e in Spagna – dove il padre ottenne il grado di Generale – il giovane Hugo non dimenticò mai questi posti visitati.
Nel 1813, i suoi genitori si separarono e la madre ritornò a Parigi, dove Hugo frequentò un Politecnico per volere del padre. Presto abbandonò questi studi tecnici per dedicarsi alla letteratura.
Scrisse le Odi, che furono la sua prima composizione letteraria. Insieme ai fratelli fondò il foglio Il conservatore letterario (1819) e nello stesso anno vinse un concorso dell’Académie des Jeux Floraux.
Il 12 ottobre del 1822 sposò una sua amica d’infanzia. Scoprì, dopo alcuni anni, del tradimento della moglie e questo lo portò a condurre una vita di libertinaggio. Sua amante per circa cinquant’anni fu Juliette Drouet che restò sempre vicina (salvandolo anche dalla prigione in occasione del colpo di Stato di Napoleone III) nonostante le continue infedeltà dell’amante: lui le scriverà molti poemi, tra cui un Libro dell’anniversario compilato dai due ogni anno, appunto il giorno dell’anniversario del loro primo incontro.
Intrattenne anche una vita politica che poi lo portò all’esilio. Venne citato sempre come “Padre della Patria in Esilio” e riuscì a tornare in Francia dopo la caduta di Napoleone III. Hugo venne accolto da una folla acclamante ed entusiastica e la sua casa diventò nuovamente luogo di incontro tra letterati; fino alla sua morte, rimase un nume tutelare della repubblica restaurata. Morì il 22 maggio 1885 dopo aver resistito a varie tragedie.
Analisi dei personaggi
Notre-Dame: Come già anticipato, viene considerata la vera protagonista del romanzo. Mi sono già dilungata nelle critiche sopra, quindi inutile soffermarsi.
Pierre Gringoire: Il suo personaggio si ispira liberamente al poeta e drammaturgo suo omonimo. Gringoire è un artista, allievo di Claude Frollo, senza un soldo che coltiva grande filosofia e poesia. (Insomma lui è tutto filosofia e si perde nei suoi ragionamenti e così si perde per Parigi). Si perde nella Corte dei Miracoli e condannato alla forca, viene salvato da Esmeralda che lo sposa. Notando però che lei ama Phoebus, lui non la tocca e diventa suo amico. Ha un amore sfrenato verso la capra, che lo delizia con i suoi giochi di prestigio.
Esmeralda: Lei è una zingara che soggiorna alla Corte dei Miracoli, dove si trova la sua gente. Ha sedici anni, vive con le offerte che le vengono date danzando per le strade di Parigi. Risalta per la sua bellezza, ammirata da tutti. Incarna l’innocenza – che le permetterà di ritrovare sua madre- ed ha una certa aria naif. Particolarmente conosciuta per le sue “smorfiette”, si innamora perdutamente di Phoebus.
Claude Frollo: Arcidiacono di Notre-Dame, fratello maggiore di Jehan Frollo, padrone/padre adottivo di Quasimodo, maestro di Gringoire e perdutamente innamorato di Esmeralda, che lo odia. È l’anima nera del romanzo. Ama perdutamente il fratello, anche se lui lo delude in più modi e conduce una vita dissoluta, ama anche Quasimodo, di cui è sicuro della sua fedeltà. In seguito alle sue delusione si getta a capofitto nello studio e nell’alchimia. Per quanto odia gli zingari e le donne in genere non può resistere a Esmeralda.
Quasimodo: È stato abbandonato dai suoi genitori alla nascita a causa della sua bruttezza. È stato deposto a Notre-Dame, dove Frollo lo raccoglie e lo accudisce. L’arcidiacono è l’unico che sa comunicare con lui a segni o con l’aiuto di un fischietto che il sordo riesce a sentire. Gobbo, storpio, sordo e orribile, appare inizialmente nel romanzo simile quasi a un animale per i comportamenti e la rabbia e come il più grande bruto al servizio di Frollo. Grande fedeltà nei confronti di Frollo.
Jehan Frollo : Il giovane fratello di Claude Frollo, studente all’università. Ha dissipato molti soldi del fratello fra donne e vino. È un giovane completamente deviato che ha dato solo delusioni al fratello maggiore. Fa di tutto per stuzzicare Quasimodo.
Phœbus de Châteaupers : Capitano delle Guardie. È attirato dalla zingara Esmeralda senza avere veramente dell’affetto per lei. È già fidanzato con Fleur-de-Lys che dimostrerà gelosia verso l’egiziana. È un uomo dissoluto, perverso e dedito al vino, anche se sembra quasi non accorgersi dell’amore reale che nutre per lui Esmeralda.
Fleur-de-Lys de Gondelaurier: Fidanzata di Phoebus, molto gelosa di Esmeralda.
Clopin Trouillefou : Uno dei capi della banda dei malviventi, occupa grande importanza nella Corte dei Miracoli.
Louis XI de France : Crudele, avaro e calcolatore, il re di Francia, appare solo in una scena ma gioca un ruolo decisivo per la repressione della rivolta dei malviventi che tentano di salvare Esmeralda. Interessato alla questione della pietra filosofale, va a Notre-Dame sotto falsa identità per parlare con Frollo.
Approfondimenti
Due volti spirituali: l’arcidiacono Frollo e il vescovo di Digne
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Oddio, ἀνάγκη lo scrive proprio Hugo, all’inizio.
E poi, la cosa di libro contro architettura mi fa venire in mente Adso da Melk (pictura est laicorum lecteratura).
Grazie per il following, ricambio
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ἀνάγκη è proprio la parola greca che usa Hugo nel libro infatti ^^
In effetti pensandoci ricorda molto la frase medievale usata da Umberto Eco ^^
E’ un piacere seguirti, alla prossima ^^
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Grande scrittore, e non solo, Hugo.
Parlare del cartone della Disney è, però, sparare sulla Croce Rossa secondo me.
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Ciao ^^ grazie per essere passato
Adoro Hugo quindi non posso fare altro che essere d’accordo con te.
Ammetto forse che con la Disney sono stata un po’ cattiva ma personalmente non trovo Notre Dame de Paris una storia adattabile ai bambini. Ma è un mio parere e non può essere condiviso. Inoltre dato che molti sono più influenzati dal cartone che dal libro era inevitabile il confronto, almeno per far capire di cosa stavo trattando 🙂
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Figurati, è un piacere leggere questi articoli.
Sí, capisco bene che per parlare di questo romanzo sia facile dover ricorrere alla trasposizione Disney, che per altro non sono riuscito a vedere completamente perché insopportabile (ho però letto la trasposizione su Topolino della trasposizione del romanzo…), solo che proprio perché il soggetto è sbagliato credo sia riuscita male la trasposizione.
Abbi pietà del mio scrivere, te ne prego.
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Tranquillo ^^ spiegavo solo le mie ragioni ^^
Comunque sì, è proprio il soggetto che è sbagliato…
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E poi io vedo una grande differenza di disegni tra La Bella e la Bestia ed il Gobbo di Notre-Dame (per non rimanere troppo fuori tema)… 🙂
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Sono assolutamente d’accordo, anche a livello di disegni non mi ispira molto il cartone xD (a dire il vero non mi piacciono nemmeno i nuovi disegni al computer della disney)
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(io apprezzo i lavori della Disney Pixar ma tutto il resto moderno no, purtroppo. Però cosí facendo ti porto fuori dal topic…)
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Bellissima presentazione e approfondita dissertazione: complimenti…
Un saluto ed un fiore…….
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Grazie ^^ sei sempre molto gentile
Saluti ^^
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Ti dirò, a me invece il film della Disney è piaciuto e addirittura lo considero il migliore fatto da loro ^^
Molto bella anche la tua recensione, approfondita e che parla di tutto… sicuramente viene ancora più voglia di leggerlo ^^ quindi potresti farne più spesso recensioni di questo tipo perché sono molto interessanti 😀 bravissima!
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Sono gusti personali, a me non piace. Nè per i disegni nè per come i caratteri dei personaggi siano stati travolti (ogni riferimento a Phoebus e a Frollo è puramente casuale). Inoltre è la particolarità di Notre Dame quella di non avere protagonista o di lasciare emergere le apparenze di questi stessi.
Sono contenta che ti piaccia 🙂
Adesso infatti ho avviato questa rubrica e ogni venerdì ne pubblicherò una, già la settimana scorsa ne ho pubblicata una ^^ La prossima (sì ne ho un bel po’ pronte) sarà su “Ventimila leghe sotto i mari” anche per variare genere.
Alla prossima e grazie ^^
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Devo leggerlo! Anche se mi sembra un po’ complicato, direi che devo leggerlo! Mi ha incuriosito parecchio.
Una bell’analisi approfondita e che non svela troppo, complimenti!
Difficile fare una recensione così ben fatta!
A me il cartone della Disney è piaciuto moltissimo, direi che lo adoro… 😀 ma io non ho letto il libro.
A presto! ^^
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Ciao ^^ grazie per aver letto!
Allora guarda io leggo principalmente classici e ce ne sono di bellissimi! Spesso sono complicati ma davvero ne vale la pena 🙂 Poi Notre Dame è un libro bellissimo ^^
Amo le analisi e spero presto di farne altre 🙂 senza rivelare mai troppo e rivelare altre curiosità per chi conosce il libro ^^
Guarda il cartone Disney è un mio parere ma dalla storia davvero si distacca molto… gli stessi personaggi sono deformati…
A presto e grazie :3
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Splendida analisi. Notre Dame de Paris è un libro che ho iniziato tre volte, ma per varie ragioni l’ho sempre abbandonato dopo le prime pagine, nonostante l’enorme fascino che ancora mi suscita. Devo assolutamente trovare il tempo e il modo di leggerlo con calma, anche perché le tue parole hanno rinnovato il mio interesse !
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Grazie per il bellissimo commento 🙂
Adoro Notre Dame de Paris, dovevo assolutamente dedicargli una recensione e sono contenta che abbia rinnovato il tuo essere 🙂 è un libro da leggere assolutamente ^^
A presto 😀
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Che bella analisi, chiara e così scorrevole 🙂 La metafora dei vasi era indescrivibile, qualsiasi aggettivo positivo non la descriverebbe a sufficienza 🙂 Bacione
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Ti ringrazio cara, sono felicissima che ti sia piaciuta 😀
La metafora dei vasi è bellissima, Hugo ha dei lampi di genio lirico che io adoro ❤
Baci :*
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Ciao Alice, ho veramente adorato questo articolo e ti volevo chiedere se potessi prenderne spunto per la mia tesina di maturità che si incentrerà sul romanzo di Hugo e il musical di Cocciante di Notre Dame de Paris. Nel caso prendessi alcuni dei tuoi commenti saresti nella bibliografia a fine tesina. Grazie mille e complimenti!
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Certamente 🙂 Auguri per la tesina!
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Ho appena finito di leggere il romanzo.
Ritengo che la bestia sia assolutamente Esmeralda (ostinata ad amare un idiota secondo solo a lei stessa) e assolutamente per questo bestiale, seppure di aspetto la più bella.
Il romanzo può piacere o meno a seconda di come uno interpreta la vita stessa (fatalità contro provvidenza).
Parlando oggettivamente del romanzo all’infuori della vicenda dei personaggi, non si può che restare di stucco davanti a capitoli come “Notre Dame de Paris”, “Parigi a volo d’uccello” e “Questo ucciderà quello”, capitoli che chi ama l’arte e le descrizioni minuziose non può che adorare.
Ritengo poi una chicca il capitolo finale, poi copiato dal mangaka Yoshihiro Togashi per il finale della saga più bella del suo capolavoro fumettistico, ovvero la saga delle Formichimere del manga “HunterxHunter”! Finale degno dell’altrettanto significativo finale del cartone animato, sulle note di “Chi può decidere un mostro cos’è…?!”
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